Di Amedeo Gasparini
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La Prima Repubblica, la famiglia, l’America: il Museo Masaryk di Lány

Il Museo Masaryk di Lány non ripercorre solo la vita di Tomáš G. Masaryk – professore, filosofo e primo presidente della Prima Republica Cecoslovacca (1918-1935) – ma anche della sua numerosa e talentuosa famiglia, la storia del paese che divenne indipendente dall’Impero austroungarico dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, le relazioni dei Masaryk con gli Stati Uniti. Lány non è molto distante da Praga: in Repubblica Ceca il luogo è associato alla residenza estiva del Capo dello Stato. Qui c’è anche la tomba di famiglia, l’abitazione della figlia prediletta Alice Masaryková, dunque il Museo Masaryk. Che è ospitato dentro una grande caserma bianca con tetto a tegole. All’esterno si è immediatamente accolti da una statua del presidente a cavallo. Entrando nel Museo Masaryk è come se si facesse un salto indietro ai primi del Novecento. Ritratti del presidente, citazioni sul muro. Anche una biblioteca con le sue opere e un caffè.

Il Museo Masaryk è su tre piani. Al primo, si ripercorre le vite dei membri della famiglia. Colpiscono alcuni elementi che accomunavano i Masaryk. L’apertura e la tolleranza, i talenti e la passione, la spiccata capacità linguistica, la determinazione a tagliare i traguardi che si erano posti. TGM nacque il 7 marzo 1850 a Hodonín, un piccolo paese della Moravia meridionale. Suo padre Josef Masaryk, proveniente dal confine occidentale dell’Ungheria, lavorava come cocchiere in un maniero feudale, dove conobbe la moglie, Tereza Kropáčková. Tomáš frequentò le elementari a Hodonín, Čejkovice e Čejč. Poi la scuola secondaria a Hustopeče, paese di origine della madre. Nel 1864 i genitori lo mandarono a Vienna a fare il fabbro. Tornò a casa, a Čejč, sei settimane dopo. Entrò nel ginnasio tedesco di Brno nel 1865.

Di nuovo a Vienna, decise di studiare filosofia, fu influenzato da Franz Brentano, che qui lavorava alla Facoltà di Filosofia. Nel 1876, TGM difese con successo la sua tesi “I principi della psiche in Platone”. Poi partì per un viaggio di studio in Nord Italia e a Lipsia, dove incontrò la giovane americana Charlotte Garrigue. Il 15 marzo 1878 i due si sposarono; Masaryk si appuntò il suo nome, una manifestazione delle credenze sull’uguaglianza di diritti tra donna e uomo. Ma soprattutto una dimostrazione di ammirazione e rispetto per Charlotte. Masaryk non condivideva l’idea dell’epoca della famiglia patriarcale e sosteneva che i figli dovevano sviluppare i loro talenti. Inizialmente, nessuno dei quattro figli aveva la passione per la politica. Nel 1882, TGM ricevette l’offerta di lavorare all’Università di Praga; poi iniziò a lavorare come redattore della rivista Athenaeum.

Nel 1899 prese le difese di Leopold Hilsner e si batté contro i pregiudizi, le calunnie e le superstizioni antisemite del tempo. Anche a costo dell’impopolarità. Studiò gli atti del processo Hilsner; sulla Neue Freie Press discusse punto per punto l’infondatezza del processo. La voce dell’omicidio rituale fu respinta da Masaryk, che si inimicò la stampa di destra antisemita. Anche gli studenti protestavano contro di lui e venivano a scovarlo sotto il suo appartamento a Praga. Fu alla fine degli anni Ottanta che TGM entrò in politica. Divenne uno dei fondatori del Partito Realista, poi Partito Progressista Ceco. Deputato a Vienna dal 1907 al 1911, lavorò sui concetti legati all’indipendenza della Cecoslovacchia dall’Impero asburgico. Viaggiò per Italia, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti. Con l’appoggio di Woodrow Wilson, la Cecoslovacchia divenne uno Stato, dove poi Masaryk venne accolto come primo presidente.

Il presidente-filosofo voleva rafforzare i poteri presidenziali della neonata democrazia, ma la questione entico-linguistica complicò tutto. Non riuscì mai a condurre il paese verso una federazione o modello elvetico. Il suo obiettivo era quello di sviluppare uno Stato democratico funzionale. Tra i suoi fidati collaboratori – e poi successore al Castello di Praga – il suo pupillo Edvard Beneš. Avversario del nazionalismo, sotto di lui la Repubblica divenne la decima economia del pianeta. La corona era stabile; la Cecoslovacchia era l’unico stato democratico dell’Europa Centrale. Dopo che Masaryk divenne presidente, venne ristrutturato per lui un appartamento al Castello di Praga. Nel 1921 lo Stato acquisì il castello di Lány dai Fürstenberg. Le preoccupazioni per la salute di Masaryk portarono all’approvazione di una legge speciale sulla residenza estiva presidenziale nell’aprile di quell’anno. TGM fu eletto alla guida della Repubblica cecoslovacca per quattro volte.

Antonín Schenk, segretario di Masaryk, ha ricordato la routine del Presidente a Lány. La giornata iniziava alle 9, con la lettura dei giornali. Da lì studiava i rapporti che gli venivano sottoposti e riceveva i visitatori, per lo più politici, letterati, ed economisti. Poi si dedicava ai suoi lavori letterari. Riposava fino alle tre; dalle cinque alle sei andava a cavallo. Poi fino alle otto nello studio. Nel tempo libero era solito ascoltare la radio e due volte alla settimana guardava un film al Castello. Tra i visitatori più assidui c’era lo scrittore e drammaturgo Karel Čapek. Si dimise il 14 dicembre 1935; morì il 14 settembre 1937. Continuando, nel Museo Masaryk, si giunge a Charlotte – nata nel 1850 – e che dimostrò un forte talento per matematica e musica. Nel 1870 andò a studiare pianoforte a Lipsia. In un secondo viaggio nella città tedesca incontrò Masaryk.

Charlotte si interessava agli affari del marito e lui a sua volta la aiutava in casa. Soffriva di depressione, cuore e debolezza fisica. Morì il 13 maggio 1923. La sua primogenita, Alice, era nata invece il 3 maggio 1879. Dopo essersi diplomata alla prima scuola superiore Minerva di Praga, si iscrisse a Medicina. Dopo un anno, si trasferì alla Facoltà di Filosofia, dove conseguì un dottorato in Storia. Da Berlino, si recò a Chicago per studiare i fenomeni migratori. Al suo ritorno dall’America divenne docente a Budweis. Nell’ottobre 1915 fu arrestata e rimase prigioniera degli austriaci, che la trattennero a causa della resistenza antiasburgica del padre fino luglio 1916. Sotto pressioni internazionali, Alice fu rilasciata, ma rimase sotto sorveglianza della polizia fino alla fine della guerra. Nel 1919 fondò la Croce Rossa Cecoslovacca.

Dopo Monaco andò negli Stati Uniti; morì a Chicago il 29 novembre 1966. Alice andava d’accordo con Herbert Masaryk, il fratello minore, nato il primo maggio 1880. Sin da bambino imparò a suonare il violino e amava l’hockey e il canottaggio. Era anche un pittore post-impressionista. Studiò arte e design a Firenze e Anversa. Era amico del noto pittore Antonín Slavíček, di cui sposò la moglie. Contrasse il tifo e morì il 15 marzo 1915. Sepolto al cimitero Olšany di Praga, ha lasciato circa trecento opere. Destino diverso quello di Jan Masaryk, nato il 14 settembre 1886. Bambino irrequieto, pianista di talento e amante dello sport. Nel 1906, il padre lo mandò in America, dove fece il fattorino e poi lavorò in una fonderia. Arruolato nell’esercito asburgico di ritorno dagli Stati Uniti, si dedicò alla carriera di diplomatico. Chargé d’affaire a Washington, dal 1925 fu ambasciatore in Gran Bretagna.

Colpito dagli eventi di Monaco, lasciò il paese e fu nominato ministro degli Esteri in esilio. Sebbene avesse grande fede nelle Nazioni Unite, nel luglio 1947 tornò in Cecoslovacchia dall’URSS, che lo obbligò a rinunciare al Piano Marshall. Morì dopo il colpo di Stato del febbraio 1948, in circostanze misteriose. Quanto ad Olga Masaryková, l’ultima figlia, era nata il 25 maggio 1881. Tra i suoi hobby c’erano il tennis, il pianoforte e la cinematografia. Come Alice, studiò filosofia. A ventidue anni, sposò un avvocato, ma poi i due divorziarono. Nel 1914 accompagnò il padre all’estero e poi lo riaccompagnò al suo ritorno trionfale in Cecoslovacchia quattro anni dopo. Il secondo marito di Olga fu il medico slovacco Henri Revilliod, con cui ebbe due figli, che morirono nella Seconda Guerra Mondiale. Scomparve il 12 settembre 1978. Il Museo Masaryk prosegue poi con la storia del paese durante la Grande Guerra.

Nelle vetrine del secondo piano, i cimeli sulla vita quotidiana ai tempi della Prima Repubblica Cecoslovacca. Fotografie, radio, bambole, sci, vestiti, scarpe, cappelli, sigari, scatolette. Diversi dipinti di TGM al Castello e affacciato sulla Piazza della Città Vecchia a Praga. All’ultimo piano del Museo Masaryk, sotto la mansarda, c’era la ricostruzione dello studio del professore, con scrivania e libreria. Alcuni volumi originali, un cappello di paglia, occhialini, quaderni, cravatta e guanti, fino alla maschera funeraria. Una sezione ad hoc del Museo Masaryk ripercorre la storia della famiglia in America. Gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo significativo nella vita dei Masaryk. L’influenza americana era già stata introdotta da Charlotte, ma Tomáš conobbe l’ambiente americano attraverso diverse visite. Gli Stati Uniti influenzarono la vita e la carriera di Alice e Jan.

Nel 1902 TGM iniziò un tour di conferenze, sponsorizzato dall’uomo d’affari, industriale e filantropo Charles Crane – che aveva impiegato Jan in fonderia e che nel 1901 istituì il Dipartimento di Studi Slavi dell’Università di Chicago. Tra i temi principali delle conferenze di Masaryk vi erano la storia e le relazioni dei popoli slavi, nonché lo sviluppo storico della nazione ceca in seno all’Impero asburgico. Il tour del 1907 si svolse presso il quarto Congresso internazionale dei liberali religiosi, tenutosi a Boston dal 22 al 27 settembre. Le conferenze dovevano essere lezioni di filosofia della religione. Il soggiorno del 1918, TGM aveva un altro scopo ancora: ottenere appoggi per creare uno Stato cecoslovacco indipendente e dunque il riconoscimento dagli Stati Uniti. Tra Washington, Boston, New York e Chicago, veniva accolto negli Stati Uniti come il padre di una futura nuova nazione.

Dopo l’accordo di Pittsburgh, con la Dichiarazione di Washington si affermava la sovranità e l’indipendenza della Repubblica cecoslovacca. Quanto a Jan, il suo soggiorno statunitense (1907-1913), fu cruciale. Qui imparò l’inglese e conobbe la sua futura moglie Frances Crane, figlia di Charles, che sposò nel 1924 – i due divorziarono nel 1931. Alice visitò l’America poco dopo gli studi universitari, nel 1907. A Chicago contribuì a creare un circolo letterario di donne ceche. Nel 1939 era ancora negli Stati Uniti, in esilio a causa dell’occupazione del suo paese dei nazisti. Gradualmente la sua salute cedette; fu costretta a riparare in diversi sanatori americani. Nel 1950, con Olga, fondò il Masaryk Publications Trust, che doveva pubblicare gli scritti del padre in inglese. Tutti i beni le furono confiscati dai comunisti che presero il potere nel 1948 in Cecoslovacchia e che si rifiutarono di rinnovarle il passaporto.

Tuttavia, grazie al senatore Herbert H. Lehman (già governatore di New York), un emendamento alla legge sull’immigrazione fu approvato a favore di Alice, concedendole la residenza permanente negli Stati Uniti. Nel 1956 si trasferì a Masaryktown, quindi a Miami. L’ultimo anno di vita lo trascorse in una casa di riposo a Chicago. Nelle ultime sale del Museo Masaryk, si esplora il nesso tra politica e TGM. Che fu un grande oppositore sia del Nazismo che del Comunismo. Per sua fortuna, non vide la distruzione della Cecoslovacchia: prima con gli accordi di Monaco e poi con il golpe comunista. Illuminista liberal-democratico e progressista, intravedeva i pericoli del razzismo e dei totalitarismi. Karl Hermann Frank dichiarò che Masaryk era uno degli acerrimi nemici della Germania e la sua memoria andava soppressa.

I nazisti rimossero dunque i suoi monumenti sparsi per tutto il paese. Durante il periodo comunista (1948-1989), il presidente-filosofo venne associato al Fascismo negli anni Trenta. Negli anni Cinquanta i comunisti lanciarono campagne contro la sua memoria, mentre il segretario del PCC e poi presidente della Cecoslovacchia Antonín Novotný lo definì un difensore degli interessi dei capitalisti nazionali e dell’antimperialismo internazionale. Verso la fine degli anni Ottanta, ci fu una riabilitazione di TGM. La sua memoria è stata onorata da Václav Havel, che da outsider, come Masaryk, divenne presidente della Cecoslovacchia in una fase nuova di libertà per il paese. Havel fece suo un concetto di Masaryk: parlò di rivoluzione dei cuori e delle menti. Tentò di far riaffiorare nella Cecoslovacchia post-comunista i concetti liberali di Masaryk, l’importanza della responsabilità personale, della cultura, della società aperta.

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