Fonte: https://pixabay.com/it/illustrations/stretta-di-mano-cooperazione-1830760/
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L’arricchimento della diversità contro l’intolleranza

5 Dicembre 2023

La migliore cura contro l’intolleranza sta nell’arricchire la diversità, non diminuirla. Può sembrare un paradosso, ma non lo è affatto. L’intolleranza si conferma uno dei grandi problemi sociali dell’era moderna, spesso alimentata da pregiudizi e stereotipi. La ricerca di soluzioni per affrontare le sfide di ordine sociale che essa causa – e che spesso, nella Storia, è degenerata in crimini ai danni di alcune categorie – è però fondamentale per promuovere la convivenza pacifica e il rispetto reciproco nella società aperta. Valorizzare le differenze non conduce solo ad una maggiore ricchezza del tessuto sociale, dello sviluppo dell’ingegno, della creatività e della curiosità. È anche sintomo di una società libera e aperta. Che crea, produce nella differenza – che, come tutti i fenomeni umani non poggia sulla garanzia di assenza di conflitto. La diversità è una ricchezza da preservare. Allena, per così dire, la capacità di gestione di situazioni, persone, abitudini eterogenee.

Rafforza gli anticorpi sociali. Uniformare e tentare di rendere tutti uguali non ha nulla dell’approccio dell’individualismo liberale; è la cifra del collettivismo socialista. Ogni individuo è necessariamente e profondamente diverso dall’altro. Una grande fortuna: l’Altro è, appunto, altro. L’Altro è un mistero. Ogni individuo è unico, irripetibile. Con un passato a sé, ma anche esperienze uniche da offrire. Una società che valorizza la diversità valorizza di riflesso le doti dei singoli. Una valorizzazione in questo senso condurrà potenzialmente e conseguenzialmente all’emissione di output positivi. La diversità conduce e favorisce a maggiore creatività, innovazione e comprensione reciproca – a patto che sussista la buona fede. Mantenere la porta aperta è un riflesso della filosofia liberale. Di quell’individualismo “positivo”, che prevede la convivenza con gli altri e la capacità spontanea di cooperare. Non ha nulla a che fare con l’individualismo “negativo”, anarchico e non guarda oltre il proprio giardino.

L’intolleranza, al contrario, rappresenta un ostacolo alla coesistenza pacifica tra persone. L’individualismo “positivo” è fondato sulla tolleranza – che però non deve essere intesa semplicemente come “sopportazione dell’altro”, ma riconoscimento dell’altro, della sua unicità e diversità. L’individualismo “negativo”, invece, poggia sull’intolleranza in nome della (falsa) libertà. L’intolleranza si basa spesso su stereotipi dannosi e pregiudizi che conducono a discriminazioni e conflitti. Se il liberalismo nasce come idea per mettere un argine alla violenza e gestire la diversità nella società, l’atteggiamento di valorizzazione della diversità è da considerarsi un bene. Quando d’altra parte si cerca di sopprimere la diversità o si promuove l’omogeneità, si alimenta l’intolleranza anziché combatterla. Questo perché la paura dell’ignoto o dell’inusuale può condurre all’isolamento e alla marginalizzazione di coloro che non rientrano nei parametri imposti. La tolleranza non obbliga; l’intolleranza sì. Invece di cercare di omogeneizzare la società, si dovrebbe incoraggiare l’interazione tra diversi.

Se il discorso poi vira nell’ambito dei cosiddetti diritti, l’entrata in gioco di nuovi diritti (o l’allargamento della libertà, se si preferisce) non cancella gli altri diritti. Le libertà sono compatibili se ci si assume il grave delle responsabilità che esse comportano. I diritti non sono obblighi, non ghettizzano. Tra i benefici dell’arricchimento della diversità si può annoverare anzitutto una crescita culturale. L’interazione con culture diverse, ad esempio, offre l’opportunità di scoprire nuove tradizioni e pratiche culturali, arricchendo così la nostra comprensione del mondo. Individui con prospettive diverse possono affrontare problemi in modo creativo. L’apertura della mente conduce alla comprensione reciproca. Se i collettivisti è l’uguaglianza che cercano, ebbene, dovrebbero focalizzarsi su quella dei diritti: hayekianamente, si potrebbe dire che occorre invece trattare le persone in maniera uguale e non tentare di farle uguali. L’uguaglianza delle opportunità è favorita quando le differenze vengono riconosciute. Non negate.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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