Charlie Llewellin/Flickr
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PERSONAGGI AUTISTICI INTERPRETATI DA ATTORI NON AUTISTICI

Candidato a Miglior film commedia o musicale ai Golden Globe 2021, “Music” è il primo film scritto e diretto dalla cantante australiana Sia. Music è stato parecchio criticato dal competente, imparziale e per nulla esagerato e imbarazzante Twitter prima ancora che uscisse. Ed era uscito solo il teaser.

Molte delle critiche si sono rivelate giuste, mancavano solo le evidenze per argomentare.

LA TRAMA

La storia è semplice; Music è affetta da autismo e vive con la nonna. Quest’ultima muore e la ragazzina viene affidata alla sorellastra Kazu. Kazu non sarebbe in grado di occuparsi di una persona autistica; è irresponsabile, immatura, si caccia nei guai e non può offrire stabilità nemmeno a sé stessa. Essendo in parte consapevole di questi impedimenti, inizialmente non vuole occuparsi della sorellina. 

E fin qui nulla di nuovo: ragazza problematica deve occuparsi di una creatura innocente e alla fine del film capirà che nonostante le difficoltà si può amare la vita insieme ai propri cari. Questo solitamente non si fa da soli, quindi Sia inserisce anche la spalla; personaggio empatico che di solito capisce meglio la creatura indifesa e aiuta la protagonista tormentata a maturare un po’ di sensibilità in più. Il personaggio in questione è il vicino di casa Ebo, originario del Ghana e malato di AIDS, nonché molto amico di Music.

LA SCELTA DELL’ATTRICE

Dopo aver cercato per molto tempo di ingaggiare un’attrice autistica per interpretare Music e aver riscontrato troppi problemi nel trovare quella giusta (così dice Sia), ha dovuto ingaggiare Maddie Ziegler, la sua ballerina.

L’ovvia scelta opportunistica della cantante ha avuto un’accoglienza prevedibile; su internet si è scatenato il putiferio per la non equità della scelta e la critica ha definito la Ziegler “penosa”. Insomma, due piccioni con una fava.

Il piccione più sostanzioso è stato quello dei social, visto che una giuria di esperti ha ritenuto Music un potenziale vincitore del Golden Globe, insieme a commedie come Borat o Palm Springs. 

I due fuochi dell’ellisse di polemica che ruota intorno al film sono i seguenti: l’attrice sarebbe dovuta essere autistica e Music è un personaggio esagerato che non rappresenta la comunità autistica

La prima questione è personale; io sono del pensiero che Music avrebbe potuto interpretarla Schwarzenegger se avesse fatto un’interpretazione buona. Il cinema è finzione; c’è un patto implicito con lo spettatore come a teatro, quindi quando si guarda la proiezione si sa che ciò che si sta guardando è recitato, scritto da qualcuno in precedenza o improvvisato davanti alla telecamera. Lo spettatore lo sa, ma si gode il film, un po’ come se ci fosse una quarta parete anche nel cinema. Quindi essendo il cinema finzione ed essendo quello dell’attore un lavoro (anche quello del regista, qualcuno lo dica a Sia), l’attore va scelto per merito, non per rappresentatività. Ma ripeto che è una questione soggettiva; chi tiene conto di altri fattori come la necessità di sentirsi rappresentati anche dietro le quinte la pensa diversamente (giustamente).

IL PERSONAGGIO

La seconda questione è un po’ meno soggettiva. Music è bambinesca, ha problemi cognitivi e non sa parlare bene. L’unica cosa che la fa stare quieta è la musica, infatti ha sempre le cuffie alle orecchie. Ogni tanto veniamo trasportati nel suo mondo, cioè un coloratissimo video musicale di Sia. Non è una scelta totalmente insensata se si tiene conto che la ragazza sta bene solo con la musica e siccome la ascolta sempre si può considerare la sua realtà, ma sono esagerati, a volte inseriti forzatamente e con colori che paradossalmente potrebbero disturbare persone con disabilità cognitive.

Anche Kazu ed Ebo in alcuni momenti vanno “nel loro mondo”, il quale è sempre un video musicale, un po’ per rendere tutti i personaggi compagni in questo bisogno di evadere. È un tentativo di dimostrare che tutti abbiamo un nostro mondo interiore che gli altri non possono capire pur non essendo affetti da autismo. In alcuni momenti si può intuire che Ebo e Kazu siano trasportati da Music in questa realtà leggera e colorata in cui, smettendo di essere adulti, si lasciando andare e capiscono Music. 

Ridurre il personaggio a una bambina speciale che vive nel suo mondo speciale è totalmente sbagliato? No, ma è stato sbagliato il modo. Come ha detto la stessa Sia, lo spettro dell’autismo è ampio e comprende anche persone come Music. Quindi anche questa critica è opinabile. Ciò che si può criticare è che i personaggi sono piatti, specialmente Music. Non hanno uno sviluppo, si riducono a quelle poche caratteristiche dentro le quali vengono confinati, e Music rimane solamente “la bambina autistica”.

LA POLEMICA HA SENSO…

solo perché la Ziegler ha fatto un pasticcio. Ribadendo il fatto che il film manca di persone competenti fin da quando era un embrione, anche se fosse stato scritto e diretto da una persona capace la performance attoriale della ballerina avrebbe fatto storcere il naso. 

Non le si può fare nessuna colpa, anzi, la ragazza aveva solo quindici anni quando il progetto iniziò. Alcune telefonate dimostrano che piangesse perché aveva paura di non essere all’altezza e di offendere qualcuno. Touché.

Come ho detto c’è bisogno di voler fare finta che il film sia vero quando lo si guarda, quindi è difficile nel momento in cui la performance sembra quasi scimmiottata. 

Vi riporto qui un esempio per chiarire questo punto: Buon compleanno Mr. Grape, film del 1993 diretto da Lasse Hallström, regista di Hachiko. La storia è diversa ma ha dei tratti in comune; ciò che ci interessa è che Gilbert, interpretato da Johnny Depp, si occupa del fratellino autistico Arnie, interpretato da Leonardo DiCaprio

L’interpretazione del giovanissimo DiCaprio pre Titanic fu magistrale e gli valse una candidatura all’Oscar. Fu incredibilmente credibile e ciò diede ad Arnie la possibilità di essere un personaggio a tutto tondo nonostante la sua condizione ristretta. Arnie è un figlio, un fratello, ha passioni, si preoccupa, si offende, piange, urla, si dispera, ride e addirittura dà consigli molto importanti al fratello. Ovviamente è problematico e difficile da gestire, ma nei momenti in cui soffre, riesce a dare quello spazio allo spettatore per empatizzare e non solo per impietosirsi. 

La sensibilità nei confronti di questo argomento nel 1993 non è lontanamente paragonabile l’ipersensibilità odierna, quindi troviamo meno polemiche anche dati i ventotto anni di differenza. Va ammesso, però, che avere competenze (e forse talento) nel fare un film aiuta a rendere l’opera meno fragile.

Trattando l’autismo si corre un rischio: quello di ledere la dignità pur cercando di darla. Le intenzioni di Sia non saranno state malvagie, ma la mancanza di competenze e l’ipersensibilità del pubblico all’argomento l’hanno penalizzata. 

Le canzoni sono belle però (per chi apprezza il genere).

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