European Union, da Wikimedia Commons

Sfida ai Laici per Rifare l’Italia

12 Ottobre 2024

L’Italia sta andando male sotto tantissimi punti di vista. Non serve essere di parte per vederlo. E non serve essere campanilisti di fazione per rendersi conto che così arriveremo ai prossimi appuntamenti della storia molto deboli, pronti a essere spazzati via dal mondo “che conta”.

Il meccanismo del bipolarismo non funziona più. O meglio: il bipolarismo funziona solo a trazione estremista e reazionaria. Quindi è solo un danno. Il più grande sponsor della maggioranza di governo in Italia, ad oggi, sono le opposizioni che, pur di contrastare a priori l’esecutivo, si accomunano senza avere nulla in comune.

Ci vuole però più coraggio per unirsi nell’ottica di plasmare un nuovo destino per l’Italia, e tanta capacità per spiegarlo, che arroccarsi e vivere di postura, comoda pur se scomposta.

I Dati

Lasciamo parlare i dati. I dati delle Camere di Commercio registrano una costante diminuzione delle imprese da due anni a questa parte, crollando soprattutto le medie e grandi e aumentando le startup, micro e piccole imprese “apri e chiudi””. I settori economici in crisi non vengono aiutati ad attuare una riconversione e una ripartenza, venendo semplicemente alimentati di assistenzialismo.

I Centri per l’Impiego ci dicono che la disoccupazione diminuisce perché è ripresa, in maniera drammatica, l’emigrazione dal sud verso il nord e dall’Italia verso l’estero. Per di più, la percentuale di lavoro povero, in Italia, è tra le più alte del G7 e tra le grandi economie dell’area UE (tradotto: chi lavora non ha sufficienti risorse per sopravvivere).

Il Prezzo Unico Nazionale dell’energia è esploso, complici pessime politiche più delle speculazioni. Nell’ultimo anno e mezzo siamo diventati lo Stato europeo che paga di più l’energia. Questo rende più difficoltoso vivere per le famiglie e rende meno competitiva la produzione delle aziende.

L’Agenzia delle Entrate ci dice che è aumentato, in maniera allarmante, il numero di Partite Iva professionali in sostituzione dei contratti di lavoro dipendente, sempre più utilizzate per dare pochissime garanzie retributive e scaricando gli oneri fiscali e contributivi dai sostituti d’imposta ai lavoratori.

L’Istat conferma che da un anno è in atto una contrazione allarmante dei livelli essenziali dei servizi pubblici malgrado l’aumento di costi per i fruitori. La sanità pubblica ha visto crescere in maniera violenta i ticket sanitari nel Servizio Sanitario Nazionale, così come delle tariffe per la sanità privata, e una contestuale contrazione dell’accessibilità al servizio pubblico. I servizi di trasporto pubblico (su gomma e rotaia principalmente, ma anche servizi di trasporto aereo e nautico) sono oggetto di aumenti tariffari da un anno, complice anche l’innalzamento degli oneri fiscali sui vettori, e malgrado ciò è crollata sia la qualità che la quantità dei trasporti. A farne le spese, principalmente, i lavoratori pendolari. I costi per l’accesso alle autostrade sono lievitati da un anno a questa parte, eppure gli interventi per il miglioramento della rete autostradale e stradale in generale sono crollati.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ci comunica che nell’ultimo anno e mezzo è aumentata la percentuale di aziende che fanno nero totale o parziale: siamo passati dal 69,5% a oltre il 74%. In altre parole, tre aziende su quattro frodano lavoratori e Stato su stipendi, tributi fiscali, contributi pensionistici e contribuzione assistenziale. Solo 59.400 aziende (l’1,3% delle aziende italiane), nel solo 2023 hanno evaso più di 1,2 miliardi di euro.

Le condizioni climatiche del nostro paese sono peggiorate rapidamente e in maniera drammatica. A farne le spese famiglie, cittadini e attività economiche. Le soluzioni messe in campo dalla politica nazionale e dalle realtà locali, più che risolvere i problemi, porta indietro l’Italia di trent’anni.

I dati sulla Giustizia confermano che sono aumentati i reati nell’ultimo anno e mezzo. Quelli che hanno subito maggiore impennata sono stati omicidi volontari, percosse, lesioni, violenze sessuali, furti, rapine, violenze domestiche scippi e caporalato. Crescono in maniera drammatica discriminazioni (anche, ma non solo, a scuola e sul posto di lavoro), delitti violenti (percosse, lesioni, stupri, violenze in famiglia) e delitti di sangue (omicidi) ai danni di donne, persone omobitransessuali, immigrati e persone di fede ebraica.

Il sistema NoiPA conferma che l’Italia ha problemi nell’erogazione puntuale delle retribuzioni ai dipendenti pubblici. Tra lungaggini burocratiche e risorse che tardano ad essere erogate, molti impiegati del settore pubblico, ivi compresi precari ma non solo, subiscono forti e gravi ritardi, a volte anche di mesi, nell’erogazione delle buste paga. Ciò accade soprattutto nel sistema scolastico, giudiziario e sanitario. In questo abbiamo un triste primato: siamo primi nel G7 e i primi nel gruppo di testa delle economie UE.

Dati Invalsi ci confermano che la scolarizzazione sta vedendo scendere la qualità della preparazione dei maturati. Diminuisce la preparazione in discipline logico-matematiche e linguistiche, in particolar modo in capacità di comprensione dell’Italiano e di comprensione e sviluppo testuale dell’inglese.

Di nuovo l’Agenzia dell’Entrate ci conferma che la pressione fiscale in Italia è aumentata rispetto agli ultimi dieci anni, complice l’impennata della cosiddetta tassazione indiretta. Negli ultimi dieci anni la pressione è scesa lentamente e costantemente, subendo solo in un anno un innalzamento, con la finanziaria del governo Conte della coalizione Lega-5stelle. Con l’attuale la pressione fiscale è tornata a crescere in maniera violenta; in pochi pagano poco meno, in tantissimi pagano di più.

I dati statistici dell’Agenzia delle Entrate e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ci confermano un altro grande problema. Su circa 92 miliardi di evasione fiscale, circa 80 miliardi di euro è l’evasione, totale o parziale, delle aziende. Per lo più in danno ai lavoratori.

L’Istat, ancora una volta, ci dà un dato tremendo: il costo della vita in Italia è aumentato in maniera drammatica. Negli ultimi due anni, il costo della vita ha visto una crescita più che raddoppiata rispetto alla crescita, lievissima, delle retribuzioni. Significa che il salario reale, rispetto a quello nominale, è diminuito in maniera drammatica. Anche questo è un altro triste primato tra i paesi del G7 e dell’UE: siamo il paese europeo in cui il valore dei salari scende in maniera considerevole.

L’Italia del 2024. Le forze politiche

L’Italia che esce fuori dai dati del 2024, due anni dopo l’insediamento del governo Meloni, è drammatica.

Un paese in cui l’immigrazione non è stata arrestata, anzi è stata sanata coi decreti flusso e viene auspicata dal governo per la crisi di manodopera. Un paese in cui un lavoratore ha difficoltà a vivere perché aumenta tutto in maniera considerevole tranne lo stipendio. In cui le donne vengono pagate meno e in cui, ancora, non si è attivato il recepimento della direttiva europea sulla parità retributiva di genere. Il paese dove il lavoro è una fortuna e non più un diritto, e che non guarda al futuro e al destino del proprio popolo.

Gli anni in cui l’Italia è andata meglio sotto tutti gli indicatori, nella seconda repubblica, sono quelli che hanno visto governi politici di ampia coalizione. Sono stati il secondo governo Prodi, i governi Letta, Renzi e Gentiloni, sotto certi aspetti il governo Draghi. Tutti governi in cui la maggioranza parlamentare abbracciava popolari, liberali, repubblicani, socialisti e socialdemocratici.

Non è credibile che i partiti che sono, o sono stati, di governo non se ne rendano conto. E soprattutto che il PD a sinistra, IV al centro e FI a destra accettino la subalternità a forze anti-laiche, illiberali, reazionarie e/o eversive. Essere di sinistra e stare a sinistra sono due cose diverse. Ugualmente essere di destra e stare a destra, o essere di centro e stare al centro.

La destra italiana oggi è abitata da forze illiberali che del qualunquismo politicante e della propaganda fanno la loro forza principale. Soprattutto per nascondere sotto il tappeto i loro aspetti deteriori. L’ultima festa a Pontida ha mostrato il volto peggiore, per la stabilità del centrodestra, della Lega, così come l’inclinazione avversa a tutto il mondo liberal-popolare che proprio Forza Italia incarna nell’ottica dell’attuale coalizione di governo. Ciò senza guardare a quello che è successo, e sta succedendo, in Fratelli d’Italia quest’anno. Realtà giovanili comprese.

La sinistra italiana, invece, oggi vive una “fata morgana” che fa credere che basti unire tutte le opposizioni pur di mettere in minoranza il centrodestra di governo nel paese. Questo porta a credere che il Movimento 5 Stelle sia una forza di sinistra possibile alleata, quando in realtà non lo è. Questo porta a sopravvalutare la sinistra rossobruno-verde credendo che soluzioni di cinquant’anni fa e supremazia dell’ambiente sull’economia e sul benessere sociale siano le chiavi per il futuro.

Questo quadro porta le opposizioni ad essere il miglior sponsor e la migliore garanzia per la maggioranza a trazione Meloni-Salvini. Dopotutto, ci si unisce non su una prospettiva futura e futuribile di destino del paese, ma solo per l’avversità alla maggioranza e a persone. Il tutto, ovviamente, condito da risentimenti e odi nei confronti di forze politiche o esponenti politici. Il rancore, però, sarà la rovina del campo largo e la garanzia di altre vittorie della destra.

Il sistema politico italiano si è fratturato dopo il governo Monti, a ben vedere. Tra il 2008 e il 2013, le forze politiche furono in grado di dialogare tra loro. Addirittura di governare sulla base di necessità (e questo è avvenuto fino al 2018). Bersani inaugurò la cosiddetta politica dei due forni, non molti anni fa: componenti ex centrodestra, civici ex berlusconiani, centristi e PD si alleavano tranquillamente in vista delle elezioni, così come correre staccati e concorrere sulla base di idee di futuro diverse. Il rapporto tra centrodestra e centrosinistra, addirittura, stava tornando civile e politico.

Quand’è, poi, che centrodestra e centrosinistra hanno smesso di dialogare? In vista delle elezioni del 2013. Lì hanno iniziato a scambiarsi la guerra in ottica elettorale, con la conseguenza che l’arroccamento di posizioni ha fatto perdere elettorato che si è diretto verso i malpancisti. Dopotutto, perché votare due parti che si lamentano l’una dell’altra anche se capaci di governare insieme se si può votare chi si lamenta di entrambi senza aver governato mai con nessuno? Ecco che il voto di protesta malpancista finisce ai 5stelle.

Ed ecco perché pezzi di centrodestra e pezzi di centrosinistra sono stati in grado di governare, non male, il paese per sette anni di fila insieme e otto anni e mezzo dal 2011 a oggi. Con classi dirigenti di quei partiti che sono ancora lì alla guida di quei partiti, peraltro.

Guanto di Sfida: I Quattordici Punti

Ciò che unisce socialisti, socialdemocratici, ecologisti, liberali e pentastellati è solo l’opposizione al governo Meloni. E ciò che unisce popolari, forzisti, repubblicani, postfascisti e leghisti è il governo Meloni.

È sicuramente complesso far capire agli elettorati che serve un ritorno al dialogo e una coalizione di laici eredi di quelle forze che hanno reso grande l’Italia e che hanno permesso di fare passi da gigante, sul piano economico e sociale, rispetto al resto d’Europa e del mondo. Ma serve.

Moro (popolare), Nenni (socialista democratico riformista), Saragat (socialdemocratico), La Malfa (repubblicano) e Malagodi (liberale) si scambiavano la guerra in campagna elettorale e in parlamento. Non condividevano lo stesso partito, la stessa aspirazione, la visione dello stesso identico destino per il popolo italiano. Eppure fecero sempre di tutto per governare assieme. Malgrado le inclinazioni naturali verso i fascisti missini di alcuni membri della DC e inclinazioni frontiste verso i comunisti filo-sovietici di alcuni membri del PSI e del PSDI.

E allora perché le forze politiche che ancora sono capaci di fare politica in Italia dovrebbero accettare di arroccarsi, con proprio danno, senza cercare un dialogo?

Il campo largo da sinistra a centro-sinistra, con esclusione rancorosa di pezzi di centro, e con special guest i qualunquisti trasversali non avrà vita lunga. E le frizioni del centrodestra, così come costituito, rappresentano una direzione verso la crisi interna, pur se superabile a causa dell’incapacità delle forze d’opposizione di fare un fronte dignitoso che offra un’alternativa.

La sfida che si pone innanzi è provare a costituire una coalizione di campo largo sul modello del pentapartito. Popolari, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani di nuovo insieme. PD, Forza Italia. +Europa-Radicali, Italia Viva, PSI, PRI, Udc e tutti i partiti alleati che ci stiano. Un dialogo che porti a una sintesi per un destino comune per l’Italia.

Non serve tanto: bastano quattordici punti. Dodici programmatici e due di postura istituzionale.

Fisco amico per tutti e non solo per qualcuno, che passi anche da condoni veri e propri laddove necessario. Dignità e buona retribuzione per i lavoratori, con un buon sistema di welfare aziendale e con il superamento di strumenti che permettano storture tra i poteri contrattuali di lavoratore e datore di lavoro. Sostegno allo sviluppo economico socialmente e tecnologicamente orientato, e non tanto alle imprese in quanto tali. Tornare a sviluppare il tandem di energia nucleare e rinnovabile. Interventi nei meccanismi di produzione della ricchezza per eliminare le storture che danno la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite. Riattivazione dell’ascensore sociale rivolto soprattutto alle giovani generazioni, che per la seconda volta in un secolo e mezzo, la prima dalla nascita della repubblica, vivono condizioni peggiori rispetto a quelle dei propri genitori. Politiche di conversione del sistema produttivo in funzione dei cambiamenti climatici e dei paradigmi economici in atto. Interventi di contrasto, e adeguamento, rispetto al cambiamento climatico in atto. Garanzia delle libertà tutte, con equità solidale di trattamento e potenziamento delle tutele per le realtà sociali oppresse, anche riguardanti le scelte individuali. Revisione del sistema giustizia, sia con riguardo all’impianto giudiziario processuale, sia relativamente alla revisione delle fattispecie di reato, sia con la riforma severa di strumenti processuali abusati e sia, soprattutto, per rendere effettivo lo sviluppo di misure rieducative. Lotta alle mafie e alle criminalità organizzate, intervenendo anche nella privazione di proventi economici e di potere di ricatto economico-sociale. Riforma della cittadinanza per riconoscere l’italianità di chi, cresciuto e vissuto in Italia con una cultura italiana, scelga di abbracciare l’Italia europea come propria patria. Italia protagonista del mondo, per recuperare e rivendicare la centralità dell’Italia nel bacino del Mediterraneo, oltre che in Europa e nel mondo, con politiche estere serie e con volontà di essere protagonisti, iniziatori e leader delle nuove sfide e battaglie economiche, sociali e culturali, comunitarie e internazionali.

Il tutto accompagnato da due posture istituzionali. La centralità del Parlamento in quanto voce del popolo sovrano, da un lato. La neutralità del Governo rispetto alle riforme oggetto di dialogo trasversale dall’altro.

Volete provare a realizzare il destino dell’Italia o preferite rimanere arroccati su posizioni di rancore e divisi in maniera preconcetta?

Cari Schlein, Renzi, Tajani, Magi, Hallissey eccetera, la sfida è lanciata. Volete provarci? Volete superare i personalismi? Volete il bene dell’Italia? Ora sta a voi. Siete in grado di costruire, insieme, il campo che serve all’Italia?

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  1. Il PD non ha il coraggio di staccarsi dalla gonna di Conte e Fratoianni. Forza Italia non ha il coraggio di lasciare i fascisti. Così finiremo in un nuovo ventennio, gli elementi ci sono tutti. Preparatevi voi giovani per la nuova ricostruzione, che noi vecchi ve la stiamo distruggendo dietro i feticci di Berlinguer e Berlusconi. Vi stiamo rovinando. Scusateci.

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