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SUSSIDISTAN, NO GRAZIE!

2 Ottobre 2020

Marco Bentivogli ex sindacalista di Fim-Cisl lancia la sfida con la sua associazione Base Italia, che vuole combattere i populisti di destra e sinistra e si avvia ad essere un punto di incontro per chiunque voglia mettere le proprie energie e il proprio sapere a disposizione del Paese per fermare la deriva assistenzialista e statalista che il governo ha intrapreso.

La nascita di Base Italia

La sfida è di quelle probanti: “riscoprire parole semplici e tradurre la complessità” in un’epoca dominata da infodemia e fake news. Ma Marco Bentivogli è uno tosto e lo ha sempre dimostrato. Prima sindacalista “anomalo”, molto attento alle dinamiche dell’innovazione e a come il mondo del lavoro sta cambiando. Bentivogli si è sempre distinto dal classico mondo sindacale italiano radicato su posizioni ormai non al passo con i cambiamenti del mondo odierno e con i tempi che stiamo vivendo. 

Ed è proprio a questa visione da secolo scorso che la sua nuova associazione, Base Italia, appena fondata, sembra volersi in qualche modo contrapporre o quantomeno confrontare. Ad affiancare l’ex sindacalista, il presidente dell’associazione Luciano Floridi, filosofo e professore di FIlosofia ed Etica dell’informazione a Oxford. Nel comitato scientifico ci sono, invece, economisti come Carlo Cottarelli, Leonardo Becchetti, Sandro Trento, Carlo Stagnaro e poi sociologi (Mauro Magatti), il gesuita Francesco Occhetta.

Non un partito politico, non un semplice think tank, ma qualcosa di più!

Sul loro sito, Floridi e Bentivogli definiscono la loro associazione come “Un laboratorio politico pensato per la «promozione e la realizzazione di iniziative di studio e di ricerca in materie economiche, giuridiche, sociali e ambientali a livello nazionale, in materia di lavoro, assistenza, sicurezza, salute, istruzione e formazione, ambiente, finanza ed economia, al fine di sviluppare e promuovere le varie potenzialità del Paese”.

Non un partito quindi. Non l’ennesimo think thank di centro, ma un laboratorio politico. Una rete aperta a chiunque voglia portare idee e proposte per un’Italia più leggera, più sicura e che non campi di sussidi, ma di lavoro e crescita. Un paese dove si dica la verità alle persone, dove si incoraggi loro a rimboccarsi le maniche senza quella retorica da Mulino Bianco dell’”andrà tutto bene”, quando tutto bene non andrà. 

Più Merkel e meno Conte, in sintesi.

No al Sussidistan!

Bentivogli pensa che l’Italia non possa ridursi in un “sussidistan”. Nella sua intervista al Foglio, lo descrive come “Un paese che vive di sussidi, che mette in atto politiche di statalizzazione. Un paese che si condanna”

Per l’ex sindacalista, la ricchezza si produce in azienda. Per questo l’Italia deve tornare a produrre una nuova classe dirigente che possa trainare un nuovo processo di crescita anche tramite forti investimenti. “Questa è l’unica nazione dove gli imprenditori brindano quando sentono parlare di statalizzazioni perché sanno che conquisteranno quote di mercato lasciate libere dalle aziende statalizzate”, dice sempre Bentivogli nell’intervista.

A questo si aggiunge una classe dirigente sempre più populista e incapace di proporre una linea comune da tracciare e seguire da qui ai prossimi anni. Una classe che tra fake news e incompetenza continua a tenere anestetizzato il Paese tra mance e sussidi a tutti. Un esempio di questo è stata la patetica sceneggiata di Michele Emiliano, che durante la campagna elettorale ha assunto (con tanto di cerimonia) senza concorso 200 persone a tempo indeterminato nella sanità Pugliese esattamente una settimana prima delle elezioni regionali.

C’è una parte di paese che a questo pressapochismo, a questa malafede e a questa politica sciatta, non vuole più adattarsi, ma combatterla. Base Italia va esattamente in questa direzione. Bentivogli giura che non sarà l’ennesimo partitino moderato, ma un network di persone che vuole mettersi al servizio del Paese. L’auspicio è che nascano sempre più iniziative di questo tipo. Che quelle già esistenti possano finalmente portare al centro del dibattito le loro idee e le loro proposte per salvare questo Paese da un declino che pare inesorabile. L’impressione è che questo fermento nel campo moderato possa essere il preludio a una nuova formazione che sarà pronta per la prossima tornata elettorale del 2023. Il tempo ci dirà chi avrà avuto ragione!

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