Stati Uniti e Unione Europea hanno stabilito che sette banche russe saranno tagliate fuori dalla rete dei pagamenti SWIFT. Si tratta dell’arma “nucleare” finanziaria per colpire la Federazione Russa. Al momento sono state risparmiate Gazprombank e Sberbank.
L’ARMA “NUCLEARE” FINANZIARIA
La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, in acronimo SWIFT, è una società con sede a Bruxelles che gestisce l’omonima rete di messaggistica utilizzata dalla maggior parte delle banche del mondo sulla quale si registra il flusso degli ordini e delle ricevute delle transazioni finanziarie. Ad ogni banca è associato un codice di sicurezza SWIFT che serve a garantire che l’importo venga trasferito con successo sul conto corrente del destinatario. È necessaria l’indicazione del codice per ordinare bonifici internazionali. Stati Uniti e Unione Europea hanno deciso di bloccare l’accesso alla rete ad alcune banche commerciali della Federazione Russa, con l’obiettivo di colpirne gravemente l’economia.
LA BANCHE COLPITE
- VTB Bank: la seconda banca della Federazione Russa, facente parte del gruppo finanziario russo VTB Group, (ex) sponsor legato all’Euroleague Basketball.
- Bank Rossiya: la “banca personale di Putin”, coinvolta nello scandalo finanziario Pandora Papers, storicamente molto legata agli oligarchi e che controlla gran parte dei media russi. La banca fu già colpita dalle sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea dopo l’invasione della Crimea nel 2014 ed è stata esclusa dal mercato dei capitali dell’UE.
- Bank Otkritie: nel 2014 è diventata la prima banca commerciale della Federazione con l’acquisto di bond da 625 miliardi di rubli emessi dalla compagnia petrolifera Rosneft. L’istituto ha utilizzato i bond come garanzia per ottenere finanziamenti pronti contro termine in valuta pregiata dalla Banca Centrale Russa e immettere liquidità nella Rosneft colpita dalle sanzioni. Nel 2017 la banca è stata colpita da una crisi di liquidità ed è stata nazionalizzata. L’istituto è stato di conseguenza escluso dal mercato dei capitali dell’UE.
- Novikombank: banca specializzata nel finanziamento di imprese nel settore dei macchinari pesanti, automotive, high-tech e idrocarburi.
- Promsvyazbank: dal 2016 sotto il controllo statale e ufficialmente designata come banca di supporto del settore della difesa russo. Ai clienti è stato chiesto di vendere o ritirare i titoli esteri e convertire o ritirare depositi in dollari.
- Sovcombank: già dal 25 febbraio è oggetto di sanzioni americane. Le sue carte sono ora attive solo in Russia. L’azionista principale dell’istituto è Sovco Capital Partners con una partecipazione dell’86,5%. Tra gli altri azionisti ci sono i fondi sovrani di Russia, Arabia Saudita, Qatar e i fondi di cooperazione bilaterale Russia-Cina e Russia-Giappone.
- VEB.RF: una delle più grandi società di investimento e principale banca di sviluppo della Federazione Russa. Ai sensi della legge russa presenta la forma giuridica di organizzazione senza scopo di lucro.
LE BANCHE ESENTATE
- Gazprombank: la terza banca del Paese, specializzata in corporate & investment banking, retail banking e servizi di deposito. È controllata dal colosso energetico Gazprom con una partecipazione del 46%. L’istituto svolge operazioni di negoziazione di titoli, scambi in valuta estera, opera come clearing house e incassa i pagamenti degli ordini di gas e petrolio.
- Sberbank: il maggior gruppo bancario dell’Europa dell’Est, controllato al 52,32% dalla Banca Centrale Russa. Nel 2014 la banca era stata già colpita dalle sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea. La divisione europea dell’istituto ha già annunciato l’uscita dal mercato dei capitali dell’UE, dopo che la BCE ne ha dichiarato il rischio di default. Secondo l’Eurotower la filiale europea e le controllate in Slovenia e Croazia hanno subito un drastico deterioramento della loro posizione di liquidità e non ci sono misure che possano realisticamente ripristinare tale posizione. Le attività finanziarie delle due controllate sono state trasferite a due distinti istituti di credito al fine di garantire la protezione dei depositanti.
L’esenzione delle due banche dall’estromissione dallo SWIFT può essere ricondotta a due fattori. In primo luogo, riflette la volontà di non voler spingere sull’acceleratore delle sanzioni sin da ora. È probabile che all’aumentare dell’escalation militare seguiranno ulteriori sanzioni di entità crescente. Un secondo fattore è riconducibile al dossier della dipendenza di Italia e Germania dal gas russo. L’estromissione di Gazprombank dallo SWIFT bloccherebbe automaticamente la possibilità di effettuare i pagamenti.