Il Presidente Mattarella ha deciso di affidare la guida del paese all’ex governatore della BCE, Mario Draghi. Il CV del premier incaricato parla da solo. Uno degli italiani più rinomati fuori confine e, probabilmente, la persona più adatta a governare il paese in questo tragico momento.
La situazione è sicuramente straordinaria e senza precedenti, ma qualcosa di molto simile è accaduto nel recente passato.
Era il 13 novembre 2011. L’allora Presidente della Repubblica Napolitano ricevette le dimissioni di Silvio Berlusconi, decidendo poi di affidare l’incarico a Mario Monti. L’ex commissario europeo non ottenne la sola maggioranza al voto di fiducia, ma si avvicinò all’unanimità. Solo la Lega Nord negò l’appoggio al nuovo “governo tecnico”.
I due Mario
Lungi da me mettere sullo stesso piano Mario Draghi e Mario Monti. La differenza di capacità e di contesto è notevole, ma rimangono molte similitudini. Entrambi sono “professionisti” estranei alla politica (almeno quella nazionale), entrambi vengono incaricati dopo le dimissioni di un governo politico incapace di affrontare una grave crisi e, infine, entrambi condividono una carriera nelle istituzioni europee. Anche Mario Draghi potrebbe ottenere una larghissima fiducia parlamentare, forse con l’unica esclusione di Fratelli d’Italia.
A distinguerli, oltre che al CV, vi sono i motivi della loro nomina. Monti dovette affrontare una crisi finanziaria, il che rese necessari interventi “lacrime e sangue” volti ad evitare il default. Draghi, invece, ha due obiettivi diversi: portare a termine con successo la campagna vaccinale e definire un piano credibile per il Recovery Fund.
Di conseguenza, mentre il primo prese provvedimenti fortemente impopolari, il secondo deve decidere come spendere soldi a prestito.
Una circostanza altrettanto pericolosa: cosa fa più gola alla politica, se non centinaia di miliardi da spendere per finanziare il proprio consenso? A mio avviso è proprio su questo che Mario Draghi si giocherà non solo la fiducia parlamentare, ma quella di tutti ì cittadini che vedono in lui una speranza di cambiamento. Ed è proprio a questi cittadini, di cui faccio parte, che dedico il titolo dell’articolo: “beato il popolo che non ha bisogno di eroi”.
Un popolo bizzarro
L’eroe viene in soccorso delle persone che, abbandonate a se stesse, non riescono a cambiare il proprio destino. L’aver bisogno di chiamare un “eroe” in aiuto del popolo, che sia Monti o Draghi, è segno di scarsa maturità, soprattutto politica.
Quel 70% di italiani che, secondo alcuni sondaggi, vede con favore il governo Draghi, è lo stesso popolo che nel 2018 ha votato per il peggior parlamento della storia repubblicana. Lo stesso popolo che ha votato in maggioranza per 3 partiti (M5S, Lega e FdI) apertamente favorevoli all’uscita dalla moneta unica oggi si inchina ai piedi di colui che ha salvato la stessa moneta.
“Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti”
La famosa citazione di Winston Churchill, che meglio di tanti aveva compreso la natura degli italiani, è oggi più attuale che mai.
Quanto ci metteranno le bimbe di Conte, oggi bimbe di Draghi, ad accusare il salvatore dell’Euro di aver distruttore la patria? Non fa male ricordare ancora l’esperienza montiana. Dal giorno in cui Monti venne acclamato dalla folla quale “salvatore della patria” all’ascesa del populismo a 5 stelle non passò molto tempo. La situazione di oggi è certamente diversa da allora, ma il popolo è sempre lo stesso.
Non fraintendetemi, sono convinto che Mario Draghi Presidente del Consiglio sia un’offerta che non possiamo rifiutare, ma come tutte le buone opportunità può trasformarsi in un terribile fallimento.
La nuova Gotham City
Non posso fare a meno di pensare all’Italia come a Gotham City, una città i cui abitanti chiedono disperatamente aiuto. All’appello risponde un eroe pronto a sacrificarsi per salvarli, solo che Draghi potrebbe fare la stessa fine di Harvey Dent nel film “Il Cavaliere Oscuro”.
Un bravo avvocato con l’obiettivo di ripulire la città dai suoi criminale che, portato alla follia da Joker, finisce per diventare il cattivo. Allo stesso modo l’ex presidente della BCE, tenuto sotto scacco da un parlamento di ciarlatani, risulterebbe incapace di cambiare il paese, mettendo la parola fine alla nostra ultima speranza.
Invece che affidarci completamente alle (indiscutibili) capacità di un uomo solo, come fecero i cittadini di Gotham, dovremmo prenderci carico delle nostre responsabilità. Cosa succederebbe se il nostro eroe dovesse fallire?
Il paese, ormai messo a nudo di fronte alle proprie incapacità, sarebbe condannato allo stesso destino di Gotham City dopo la morte di Harvey Dent. Per chi non avesse visto la trilogia di Nolan, non è un futuro che una persona ragionevole vorrebbe vivere.
Insomma, per citare Gordon, “Mario Draghi è il presidente di cui l’Italia ha bisogno, ma non quello che merita adesso”.