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Gli occidentali sono i più strani al mondo

8 Aprile 2024

Recensione del libro “Weird: The Western Mentality and the Future of the World” di Joseph Enrich (2020)

Weird: The Western Mentality and the Future of the World” di Joseph Henrich si addentra nella mentalità occidentale e in come questa ha plasmato il mondo moderno. Spaziando tra psicologia, antropologia culturale e economia comportamentale, il libro esamina come le società occidentali differiscano da altre culture globali in termini di percezioni, comportamenti e istituzioni. La cultura occidentale, spesso considerata la norma universale, è piuttosto un’anomalia sotto molti aspetti. Le caratteristiche distintive delle società occidentali, sintetizzate dall’acronimo WEIRD (Western, Educated, Industrialized, Rich, Democratic), hanno influenzato millenni di progresso scientifico, economico e culturale, e sono state influenzate a loro volta.

Henrich esplora le origini della mentalità WEIRD, riconducendola a varie influenze religiose, storiche e culturali, come il cristianesimo protestante (la Riforma di Lutero ha giocato un ruolo chiave nella formazione della psicologia e dei processi sociali delle popolazioni europee, qui è chiara l’influenza di Max Weber), lo sviluppo del diritto romano (associato alla diffusione di mercati impersonali e concorrenza aperta), l’emergere del sistema capitalista, le innovazioni tecnologiche e la guerra. Questi elementi hanno plasmato unicamente il pensiero analitico, l’individualismo, le relazioni interpersonali e altre caratteristiche psicologiche prevalenti nelle società occidentali, modellando infine la percezione e la comprensione di concetti come moralità, giustizia, autorità, diritti. Henrich utilizza una varietà di studi peculiari per confrontare le società WEIRD con quelle non-WEIRD, mettendo in discussione l’universalità di molte teorie psicologiche e sociali. Questo è il maggior merito del suo lavoro, arricchito da un ampio spettro di approcci interdisciplinari, che spaziano dalla psicologia, alla storia (troppo concentrata sul ruolo della Chiesa) e alle scienze economiche (a mio parere troppo poco).

Nonostante la vaghezza dei temi trattati e l’approccio accademico, Henrich riesce a presentare le sue idee in modo chiaro e intrigante, riferendosi a test interessanti, come il Public Goods Game, il Triad Task e l’Ultimatum Game. Secondo il primo, in società con forti legami di parentela, come nel Medio Oriente, le persone potrebbero essere più inclini ad investire risorse all’interno della propria rete familiare piuttosto che in beni pubblici condivisi con estranei. Al contrario, in società caratterizzate da legami familiari più labili e individualismo, come negli Stati Uniti, i contributi alla comunità tendono ad essere più elevati.

Riguardo al secondo, l’ho replicato personalmente sottoponendolo ai miei colleghi di Master per catturare eventuali differenze tra WEIRD e non-WEIRD (così come tra economisti e ingegneri, ma questa è un’altra storia e forse scriverò un libro in proposito). Nel secondo gruppo, posso confermare che il pensiero olistico prevale su quello analitico. Ma ripetendo il test nel tempo, mi sono reso conto che il nostro corso ha portato alcuni studenti a sviluppare un approccio olistico (NON-WEIRD) ai problemi rispetto all’approccio tecnico-analitico (WEIRD) occidentale. Missione compiuta!

Coloro che adottano ostinatamente il secondo approccio sono più spesso ingegneri. Prendendo alla lettera la tesi di Henrich, questi sono discendenti del Sacro Romano Impero che potrebbero aver ereditato un metodo analitico a causa dello sviluppo millenario di una cultura della conoscenza, innescato dall’abolizione dei matrimoni tra cugini da parte della Chiesa! Nell’altro campo ci sono io, con una laurea in economia e origini del Sud Italia, che non è mai stato conquistato dall’Impero Carolingio e che è rimasto in gran parte fuori dal Sacro Romano Impero! Di conseguenza, i matrimoni tra cugini non sono stati del tutto esclusi fino a non molto tempo fa. Forse è per questo che su molti approcci mentali mi sento più non-WEIRD che WEIRD (riferendomi alla dissonanza cognitiva e al pensiero olistico, più prevalenti in società meno istituzionalizzate e basate sulla consanguineità).

Ritornando al quadro generale, Henrich ci sfida a pensare a come la mentalità WEIRD influisce su vari aspetti globali, offrendo spunti applicabili in contesti come l’educazione, la politica e il business. Coloro che sono WEIRD tendono a valorizzare l’individualismo, la fiducia negli estranei e l’ampio sostegno economico, vedendo la coerenza cognitiva e il senso di colpa come meccanismi di regolazione sociale.
Al contrario, le culture non-WEIRD possono enfatizzare forti legami familiari, diffidenza verso gli estranei e considerare il nepotismo e la dissonanza cognitiva parti integranti della maturità sociale, con un approccio al contributo economico e ai giochi competitivi più legato alla dinamica interpersonale e familiare, come la vendetta o la rappresaglia.

Sono convinto che oggi l’uomo occidentale sia chiamato a comprendere o almeno accettare la diversità. I paesi membri del G7 non possono aspettarsi che i BRICS accettino dogmaticamente il loro modello liberal-democratico, come se fosse la tappa finale dell’evoluzione politica alla “fine della storia”. Il decisore politico occidentale tende a governare i processi globali ignorando uno dei fondamenti della geopolitica: conoscere profondamente la storia, la cultura e la psicologia degli altri e valorizzare al meglio la diversità culturale per disegnare un’efficace strategia di alleanze.

Nel suo studio, Henrich ha deliberatamente omesso qualsiasi riferimento al colonialismo (ma mi sembra che una critica velata ma molto chiara sia implicita in queste pagine) e ai nazionalismi che pervadono l’America e l’Europa. Questi sono molto più vicini ai modelli culturali non-WEIRD, basati sull’appartenenza a tribù-clan, rispetto al modello liberal-democratico. Un altro elemento trascurato nello studio è il peso della geografia, che invece Jared Diamond considera il principale motore delle innovazioni culturali (“Armi, acciaio e malattie”, 1997).

Come osservatore di geopolitica, ritengo che l’analisi di Henrich su come si è diffusa la mentalità WEIRD e come influenzi vari aspetti della vita e delle istituzioni sia l’inizio di una nuova letteratura sempre più preziosa per gli analisti politici e gli strateghi militari, poiché offre spunti su come comprendere le differenze culturali possa essere cruciale nella gestione delle crisi globali.

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