La guerra in Ucraina e le sanzioni internazionali contro la Federazione Russa hanno aggravato le tensioni già presenti da mesi sul mercato energetico e i contratti futures del gas naturale di riferimento per l’Europa nord-occidentale stanno toccando massimi senza precedenti. L’Italia è tra i Paesi più esposti sul fronte energetico e dunque il governo sta valutando le alternative al gas russo.
I PRINCIPALI GASDOTTI RUSSIA-EUROPA
Il 60% del gas naturale consumato dall’Unione Europea è importato; per il 40 % è russo e arriva in Europa attraverso quattro gasdotti principali.
- Nord Stream 1: gasdotto che collega la Russia alla Germania, attraversando il Mar Baltico, trasporta quasi il 40% del gas che l’Europa importa. Si estende per 1.220 chilometri e ha una capacità di trasporto annua pari a 55 miliardi di metri cubi.
- Yamal-Europe: gasdotto che collega la Russia alla Polonia e alla Germania, attraversando la Bielorussia. Si estende complessivamente per oltre 2.000 chilometri e ha una capacità di trasporto annua di 33 miliardi di metri cubi.
- Urengoy–Pomary–Uzhhorod: gasdotto che va dalla Siberia all’Ucraina occidentale e da lì si dirama nell’Europa centrale e occidentale. Si estende per 4.500 chilometri e ha una capacità di trasporto annua pari a 30 miliardi circa di metri cubi. Per l’Italia è una pipeline strategica, in quanto attraverso i gasdotti Transgas e TAG (Trans Austria Gas) arriva all’impianto di Tarvisio, in provincia di Udine.
- Turkstream: doppio gasdotto che collega la Russia alla Turchia, attraversando il Mar Nero. Attivo dal 2020 fornisce energia alla Turchia e all’Europa sudorientale, aggirando l’Ucraina. Si estende per 1.090 chilometri per linea e ha una capacità di trasporto annua pari a 30 miliardi di metri cubi.
Tra gli altri gasdotti rilevanti troviamo Soyuz e Blue Stream. Il primo collega i giacimenti del Kazakistan, controllati dai russi, all’Ucraina, da cui il gas viene poi smistato verso gli altri Paesi europei. La capacità di trasporto annua è pari a 26 miliardi di metri cubi di gas. Il Blue Stream garantisce, invece, un flusso di 16 miliardi di metri cubi l’anno, che Gazprom utilizza per consegnare gas alla Turchia bypassando l’Ucraina. Nel corso degli anni, la Russia ha moltiplicato le rotte di transito del gas al fine di aggirare l’Ucraina, attraverso cui, tuttavia, il gas russo passa ancora per il 26%. Nei mesi precedenti l’invasione, Gazprom aveva gestito al ribasso l’impiego della capacità di trasporto dei gasdotti, contribuendo a far schizzare il prezzo del gas, al fine di mettere pressione sull’attivazione del gasdotto Nord Stream 2.
Gasdotti in Europa. Fonte: https://www.bruegel.org/publications/datasets/european-natural-gas-imports/
LA DIPENDENZA DELL’ITALIA E I GASDOTTI ALTERNATIVI
Il 42,5% del mix energetico dell’Italia è rappresentato dal gas naturale, ma il 95,6% del gas consumato è di importazione. Nel 2021 i nostri due principali fornitori sono stati la Russia (circa 30 miliardi di metri cubi) e l’Algeria (circa 21 miliardi di metri cubi), con una quota sui consumi rispettivamente del 37,8% e del 28,4%. La crisi in Ucraina, e le relative sanzioni contro la Federazione Russa, stanno facendo aumentare considerevolmente il prezzo del gas naturale importato dall’Europa nord-occidentale. Il Governo italiano sta valutando le possibili alternative al gas russo nel caso di uno stop delle forniture (al momento non compromesse dalle sanzioni), in particolare l’incremento delle importazioni dagli altri principali partner energetici: Algeria, Libia, Olanda, Norvegia, Qatar e Azerbaijan. Analizziamo le principali pipeline strategiche che si collegano alla rete di trasporto nazionale gestita da Snam Rete Gas.
- TransMed: gasdotto che collega l’Algeria all’Italia (Minerbio), passando per la Tunisia e il Canale di Sicilia. Lungo oltre 2000 chilometri, ha una capacità di trasporto annua di 30,2 miliardi di metri cubi. Dopo la missione ad Algeri del Ministro degli Esteri Di Mario e l’amministratore delegato di ENI Descalzi, l’Algeria dovrebbe incrementare di 2 miliardi di metri cubi il flusso annuo di gas.
- Greenstream: gasdotto che collega la Libia all’Italia (Gela); il più lungo presente nel Mar Mediterraneo (520 chilometri), raggiunge una profondità di quasi 1.200 metri e ha una capacità di trasporto annua di 8 miliardi di metri cubi. Il punto debole di questa pipeline risiede nell’instabilità politica del territorio libico.
- Transitgas: gasdotto situato in Svizzera, che si connette al gasdotto TENP (Trans Europa Naturgas Pipeline) e termina a Passo Gries (Piemonte), punto di interconnessione con la rete Snam Rete Gas. Il Transitgas trasporta il gas olandese e norvegese. Il TENP trasporta il gas dai giacimenti olandesi fino all’Italia, alla Germania e alla Svizzera. È sviluppato su due linee che hanno una capacità di 15,5 miliardi di metri cubi annui.
- TAP (Trans Adriatic Pipeline): ultimato verso la fine del 2020, collega la frontiera greco-turca all’Italia, passando per Grecia e Albania, trasportando il gas proveniente dal giacimento azero offshore nel Mar Caspio. Il TAP fa parte del Corridoio Meridionale del Gas (3.500 chilometri), si estende per 878 chilometri e ha una capacità di trasporto annua pari a 10 miliardi di metri cubi. Nel 2021, in Italia, sono arrivati 6,8 miliardi di metri cubi di gas, che hanno soddisfatto il 9,8% della domanda interna. Il Governo italiano sta valutando con le autorità azere la possibilità di raddoppiare la capacità di trasporto del gasdotto da 10 a 20 miliardi di metri cubi.
Tuttavia, anche qualora l’Italia riuscisse ad ottenere l’aumento dei flussi in entrata di gas attraverso questi gasdotti, probabilmente non riuscirebbe a rimpiazzare più della metà del gas russo importato.
LE ALTERNATIVE ALL’IMPORT DI GAS NATURALE
Le principali alternative all’importazione di gas naturale che il Governo sta valutando sono l’importazione via nave di gas liquefatto (GNL) da Qatar e Stati Uniti e il raddoppio della produzione nazionale. In questi giorni, il Ministro degli Esteri Di Maio e l’amministratore delegato di ENI Descalzi si sono recati a Doha per rafforzare la cooperazione in campo energetico. Già il 10% del GNL importato in Italia è qatariota, ma le forniture dell’emirato difficilmente potranno essere sufficienti a rimpiazzare il gas russo. A gennaio 2022 i Paesi dell’Unione Europea hanno importato 47 carichi di GNL americano (record mensile di 4,4 miliardi di metri cubi), con una quota del 44% sull’import complessivo (in aumento rispetto al 28% del gennaio 2021). Joe Biden ha garantito la disponibilità degli Stati Uniti a soddisfare il fabbisogno europeo e italiano dei prossimi mesi. Tuttavia, l’Italia ha capacità limitate di import di GNL, a causa del limitato numero di rigassificatori, impianti che riportano il gas dallo stato liquido a quello aeriforme. Sul fronte della produzione interna, invece, l’Italia potrebbe raddoppiare la produzione nazionale fino a 5 miliardi di metri cubi l’anno arrivando a coprire il 10% del fabbisogno nazionale.