L’IDEA LIBERALE E LO STATO DI DIRITTO – lettera ad alterthink

15 Aprile 2023

Ho riflettuto a lungo sulla possibilità di scrivere questa breve ma accorata lettera al giovane drappello liberale di AlterThink.

Accorata, certo. Col mio cuore colmo di affetto, di ammirazione e di riconoscenza per l’onesta rettitudine di quelle ragazze e di quei ragazzi che proclamano senza timore, con la serietà serena di chi crede con fermezza e laicamente dubita, il nome impegnativo e meraviglioso della Libertà.

Amiche e Amici, indirizzo alla vostra attenzione poche righe di incitamento fraterno, e severo richiamo, affinché non siate mai sovrastati dall’entusiasmo per l’Idea liberale, ma al contrario la amiate col tranquillo distacco di chi sa che non possa bastare la sua vita intera per preservare quella dottrina, e difenderla dai suoi nemici.

Guardiamoli dunque negli occhi, tali irriducibili avversari. Il primo e il più insidioso è l’assolutismo.

Una dottrina che sempre ha sedotto e seduce gli intellettuali, da Virgilio, a Dante, a Hegel, a Marx, a Heidegger. Un pensiero che sempre s’è dichiarato figlio della necessità, del pericolo, dell’interesse supremo della Religione, della Nazione o dello Stato, e comunque sempre d’una sovrumana (disumana) astrazione. L’assolutismo va combattuto con rigore e coraggio, va estirpato tutte le volte che infesta la collettività e le sue istituzioni, le costituzioni e la legislazione, ogni volta che il suo nefasto influsso culturale pervade e corrode le prassi amministrative e la gestione della cosa pubblica. L’idea assolutista e liberticida va scovata ed isolata nelle mille sue cangianti e subdole apparenze.

Il liberale sempre sa riconoscere nel gigantismo degli edifici astratti, nell’abbattimento dei limiti del potere, nella concentrazione delle funzioni di comando in una o poche mani, nella semplificazione abnorme delle procedure decisionali, i sintomi e i mezzi della corruzione dello Stato di diritto.

Perché è lo Stato di diritto il vero e saldo presidio della libertà, è lo Stato di diritto l’essenza e lo scopo della lotta liberale per limitare l’autoritarismo di ogni autorità, per garantire la giustizia nei rapporti civili e sociali, per perpetuare la pace nella comunità e tra le comunità.

Lo Stato di diritto è la misura e la regola.

Abbiate pazienza e tenacia nel restaurare senza mai stancarvi lo Stato di diritto, nel tenerlo solido ed efficiente, a garanzia dei diritti secondo il diritto. Rifuggite senza tentennamenti le tentazioni centraliste, proibizioniste, emergenzialiste dello Stato di eccezione, delle leggi speciali, della sospensione di ogni garanzia, anche la più piccola e, in apparenza, insignificante.

Guardate, Amiche e Amici, con sospetto alla riduzione delle autonomie d’ogni natura e forma, riconosciute e non istituite dagli ordinamenti civili. Ogni volta che è sacrificata un’autonomia, è accresciuto indebitamente, abusivamente, un potere. E quel potere a sua volta sacrifica e riduce, anzi affievolisce, nel linguaggio dei giuspubblicisti ottocenteschi, i diritti e quindi la libertà.

Espansione della libertà, ancora voglio ribadirlo, è solo ordinato, regolato e limitato processo di sviluppo dei diritti, assecondando l’armonioso comporsi degli interessi privati e pubblici, senza mai consentire un inutile e superfluo sacrificio, appunto, di libertà per chiunque.
Mi sarebbe piaciuto, o forse anche mi piacerebbe, allegare una completa bibliografia, da Tocqueville a Marco Pannella. Ma questa lettera non è un saggio: è solo un breve promemoria.

Si vorrebbe qui solo ricordare alla generosa lettrice, al cortese lettore, che la lotta per la libertà è senza tregua, nello Stato diritto, e che in esso, e in esso solo, può compiersi ogni dialettica democratica

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