Attorno al 1882 la figura mitologica di Uroboro fu riesumata per rendere concetto un idea scarabocchiata da quella folle e geniale mente di Nietzsche (quello che abbracciava i cavalli).
Tale figura, quella di un serpente che si morde la coda, è la rappresentazione simbolica della ciclicità del tempo.
“Tutto è destinato a convergere” dice un vecchio detto zen, così come il tempo rincorre sé stesso e proietta le sue fasi attraverso i suoi stessi anni. Tutto ritorna.
“Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione”.
(da La Gaia Scienza)
Quello che andremo ad affrontare non riguarda reincarnazioni o, in qualche modo temi spirituali. Bensì, andremo a prendere l’idea nietzschiana per illustrare come un’antica epoca, dimenticata dentro un vecchio libro scolastico, sia ritornata negli ultimi anni.
Ricordo quando mio padre mi assillava con il suo tono polemico: “i tempi sono cambiati, le cose non sono più come una volta…”; come dargli torto?
I tempi sono cambiati, la musica è cambiata e pure le mode di vestirsi, ma i sentimenti umani sono così semplici e radicali che non possono cambiare.

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Il valore delle emozioni oggi è più vivo che mai.
C’è grande attenzione all’emotività; sotto un punto di vista estremamente cinico, potrei dire: ci stiamo rammollendo di brutto.
Ma le stesse sorti vengono vissute da generazioni distanti generazioni; una sorta di inconscio collettivo risvegliato.
La sensibilità attuale, base di una nuova era smart-technology (un nuovo inizio ‘900, dal punto di vista industriale), è la ricerca di approvazione in un pianeta totalmente incasinato e disorganizzato.
Sotto lo stesso punto di vista estremamente cinico di prima, potrei dire: siamo disadattati nei propri limiti imposti da noi stessi.
Questa è l’epoca che valorizza ideali romantici; riflessioni su simbolismi dietro semplice cose, come parole, immagini, vecchie fotografie, neon, vecchia musica oppure del gore. Questo è tutto a portata di un solo click del mouse.
Il computer è il mezzo che unisce la scoperta e l’interesse di semplicità retrò con giovani cyberpuk: nuovi poeti maledetti, angosciati dal loro stesso nichilismo e privi oramai di speranze.
Quest’epoca è l’onda dei neon pixellati, quella della VAPORWAVE.
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La vaporwave nasce proprio nell’internet, attorno al 2012; sebbene qualche anno prima, dei primi esperimenti “vapor” erano già stati lanciati, sia per quanto riguarda l’arte grafica che la musica.
Quest’ondata vede il suo boom qualche anno dopo, in un momento in cui la nicchia cresce e si espande, tanto da nascere un inno a questo movimento.
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Ed ecco che cresce il fascino per questa Vaporwave.
Orizzonti virtuali e fluttuanti busti greci richiamano l’attenzione degli animi sensibili e curiosi, quelli romantici. Perchè la vaporwave è un lento immergersi nei percorsi della melanconica memoria.
La linfa vitale del pensiero romantico è, se paragonato a oggi, la nostalgia.
Un’intimità riesumata, che appare luminosa ma dai colori e toni freddi. Dopotutto, la malinconia non è fredda? a tratti tiepida?
È distante, è solo un pensiero, una proiezione ripescata da chissà dove e chissà quando…proprio come un valore di internet. Virtuale.

La vaporwave è la dimostrazione di come un circolo di ere (possibilmente chiamate “mode”, “tendenze”) si ripeta.
Ecco un didascalico schema per illustrare come questa fantasia si concretizzi effettiva nello spazio e nel tempo.
Assoluto & Titanismo: sfiorare il culmine della percezione sensoriale ed emotiva del contesto che ci circonda, il suo spazio, la sua forma senza realtà. Quasi metafisica.
Una volta, questo veniva associato alla natura, e la sua imponente presenza silenziosa e viva. La vaporwave ha trasformato le atmosfere degli spazi in informazioni digitali e informatiche.
La vastità dello spazio in cui galleggiamo si rispecchia nella stessa vastità del web.
Sublime: dal latino sublimis, un limite o ciò che ha un limite.
Tutto ciò che genera una sensazione di impotenza e terrore nei confronti dell’uomo si trasforma in fame; un desiderio di spingersi oltre quei limiti imposti, godere così di una fantasia trasportante.
Questa cosa, oggi giorno, si è sviluppata assieme all’estetica, a ciò che viene definito meme (ovvero la fusione di elementi di sotto-cultura pop, non il termine coniato da Richard Dawkins), ovvero immagini o video retrò ricolorate e distorte, accompagnate da suoni o effetti lo-fi.
Sehnsucht: Desiderio interiore rivolto ad una persona o una cosa che si ama o si desidera fortemente, irraggiungibile e bramato come un miraggio, tanto da essere una sensazione negativa e non appagante.
L’amore e la sua facile reperibilità, causa di un grande egoismo e approssimazione di ciò che ci circonda, è mutata in un ologramma alla portata di tutti, trasformando così un’antica fiamma passionale in qualcosa di cheap, alla portata di tutti.
I nuovi romantici, quei cyberpunk che come pirati navigano le onde della vaporwave e del deepweb, sono impassibili alla reale e fredda realtà.
La loro è una ricerca per qualcosa di concreto e puro, un amore che va oltre gli orizzonti dell’informatica, tanto da causare incubi e vessazioni.
Il desiderio di avvicinarsi ad un amore distante si tinge dei colori crepuscolari, di luoghi vuoti e malinconici pensieri rivolti a quel sentimento che non verrà mai ricambiato.
Esotismo: Una fuga dalla realtà, un continuo rincorrere luoghi immaginati o distanti, tanto bramati, come l’oriente. Questa cosa torna nella Vaporwave, poiché il Giappone e le sue città, ma anche le sue campagne buie, verdi e silenziose, sono i templi che gli animi ribelli e tormentati, i nuovi Romantici, cercano.
Ironia: La consapevolezza della finzione di ciò che circonda e crea l’essere umano, quindi la superficialità primaria della vita. E’ proprio un senso di “ironia” ad accompagnare i romantici davanti l’oblio della vita, come ausilio al baratro.
Oggi, tramite il web e i social media, l’ironia viene spesso rappresentata tramite la fusione di “materiale” di moda con fattori della decade preferita dalla vaporwave.
Quindi loghi o sponsor (che erano e sono tuttora protetti da copyright), fungono come critica ironica al decadimento di tutto il capitalismo che ha donato sogni e idee di grandezza alle società.
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Da un piccolo movimento underground senza pretese, la vaporwave si è espansa a macchia d’olio, riempiendo la padella della cultura: arte grafica e audiovisiva, oltre che quella musicale.
Simile alla pop art, la corrente di cui stiamo parlando da un po’, mette in primo piano estetico la decontestualizzazione.
Lo slacciare elementi e fonderli in modo casuale in uno spazio non definito, pervaso di orizzonti spaziali o scenari pixellati come un vecchi videogames ’80s, statue ellenistiche, palme o semplici oggetti quotidiani, stanno a sottolineare una realtà metafisica (quanto onirica), illuminata da tonalità pastello o al neon, così irreale eppure, piena di emozioni sognanti e nostalgiche, a volte angoscianti, a volte affascinanti.
Pare un bestemmia paragonare un capolavoro di Friedrich al genere di arte di cui ho parlato fino ad ora?
Sì, probabilmente sì, ma non lo è.
“I tempi cambiano, non sono più come una volta” direbbe rattristito mio padre davanti un immagine vaporwave, e pure, anche stavolta si sbaglierebbe.

La ricerca artistica della vaporwave incide le menti più fresche e sognatrici tramite la musica. Il suo stile e il suo groove è indecifrabile quanto semplice, ma soprattutto riconoscibile in mezzo a tanti generi o sub-generi contemporanei.
La musica nasce nell’attingere da influenze musicali anni 80-90, collegati poi a quei generi più distanti come il lounge, smooth jazz o synth pop, per poi essere rallentati e farciti di effetti.
Musica minimalista, quasi cacofonica a volte, ma che racchiude l’intero spirito di questa nuova generazione, il nuovo romanticismo come ho ripetuto.
Nel corso di poco tempo, la musica vaporwave si è espansa creando altri microgeneri, ad esempio il futurefunk, chillwave, city pop e altre…ma di questo non ne perlerò.
La vaporwave, silenziosamente ha raggiunto le nostre orecchie, perchè i nuovi romantici sono stati anche cantanti commerciali che, influenzati dall’onda vapor, hanno utilizzato alcune sue caratteristiche per i propri progetti.
Lil Peep, uno dei grandissimi nomi della scena trap ne è l’esempio.
Sì, eccoli solitari e alienati, i poetici cyberpunk della nuova frontiera romantica che lasciano risuonare la loro fievole voce robotica e distorta sopra quattro note ripetute in loop. Pensieri depressi ed estremi di amore e sesso, di un passato non più raggiungibile e dai colori amatoriali di un filmato in miniDV.
Volti ricoperti da inchiostro e lacrime cristallizzate, cervelli annegati in alchool e droghe sintetiche; perchè non esiste una casa sicura se non la tiepida intimità della propria malinconia.
“io esco senza speranza e senza uno scopo e torno a casa come ne sono uscito“
I pensieri di un giovane Werther, appena ventenne e colmo d’amore non corrisposto per la sua Charlotte che lo porterà al suicidio per arma da fuoco.
“When I die bury me with all my ice on / when I die bury me without the lights on”
Le parole di un giovane Lil Peep, appena ventenne e pieno di un successo che non controlla e che non necessita.
Gustav Elijah Åhr (aka Lil Peep) è morto nel 2017 per overdose. Che vi aspettavate? Vi siete mai chiesti cosa ci faccia Lil Peep sopra il tetto di casa con una bottiglia d’acqua?
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I tempi sono cambiati, la musica è cambiata e pure le mode di vestirsi, ma i sentimenti umani sono così semplici e radicali che non possono cambiare.
Chissà come e chissà quando il serpente finirà di mordersi l’estremità della coda fino ad ingoiarsi.
Il tempo e il richiamo al passato sono delle costanti innate nell’essere umano, che questo sia un poeta maledetto nascosto nel buio di una stanza illuminata da un moccolo, o che si tratti di un ragazzino pallido, solitario e tormentato rischiarito dal pallido led di un computer.
La fragile filosofia della vaporwave è il presente (quasi passato oramai), il futuro è lo specchio di un passato post vaporwave e le cose continueranno a cambiare pur rimanendo simili, ma la trap italiana farà sempre cacare a differenza di quella americana.
