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2×1000 AI PARTITI: I DATI

28 Gennaio 2021

A partire dal 2014, ogni anno ciascun contribuente può decidere di devolvere il 2 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche ad un partito politico di sua scelta. Quest’anno, su oltre 41 milioni e 300mila contribuenti, più di 1 milione e 350mila ha deciso di destinare una porzione delle proprie tasse al finanziamento di un partito politico. In totale, le sigle partitiche che hanno beneficiato delle devoluzioni dei contribuenti sono 27. Tra i big, il grande assente è il MoVimento 5 Stelle, che non essendo costituito come partito non è abilitato alla ricezione della quota IRPEF destinata ai soggetti politici.

2×1000: chi ne beneficia di più?

Anche quest’anno, il grande beneficiario del 2×1000 è il Partito Democratico, che supera abbondantemente gli altri partiti sia in termini di cifre raccolte (grafico blu), sia in termini di scelte assolute (grafico giallo). I Dem riescono infatti a raccogliere quasi 7 milioni e mezzo di euro da parte di circa mezzo milione di contribuenti, seguiti dalla Lega, che tra le sue due sigle (“Lega per Salvini premier” e la reminiscenza politica “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”) ricava più di 3 milioni di euro.

Dopo Fratelli d’Italia (terzo partito, con oltre 2 milioni di euro) è il turno di due piccole formazioni, Azione e Italia Viva, entrambe capaci di raccogliere circa 725 mila euro.

Le cifre raccolte, però, non necessariamente vanno di pari passo con il numero di contribuenti riusciti a convincere. Alcuni partiti, come la Lega, trovano la loro forza nel gran numero di elettori disposti a devolvere parte delle proprie imposte al partito. Altri, invece, nel maggior reddito dei propri contribuenti. Tra questi ultimi spicca Azione, che ad un anno dalla sua fondazione è già il partito con l’importo medio di devoluzione più alto.

Il dato dell’importo medio fornisce delle preziose informazioni sulla demografia della base elettorale di ciascun partito. La limitata porzione di contribuenti che decide di devolvere parte dei propri oneri fiscali ad un soggetto politico rappresenta con buona approssimazione la parte più attiva dell’elettorato, e allo stesso tempo la base di ciascun soggetto politico. Ciò che si evince dal grafico qui sopra è l’eterogeneità tra i bacini di aficionados dei vari partiti: Azione, ad esempio, sembra essere il nuovo soggetto rappresentativo del Paese produttivo e benestante, mentre la Lega, al contrario di una certa retorica che la vuole nordista e industriale, appoggia su una base di sostenitori dai redditi ben più modesti.

I tassi di conversione voto/donazione

Ultimo dato degno di nota: che percentuale dell’elettorato di ciascun partito devolve ad esso il proprio 2×1000? Per calcolare il tasso è possibile basarsi sulla stima della cifra elettorale di ciascuna formazione stanti i consensi di ciascun partito al momento della denuncia (base dati: Supermedia Youtrend 03/09/2020).

Le interpretazioni sono molteplici, e occorre avanzarle con cautela. Tuttavia, possiamo affermare che i fattori di successo siano a) un forte radicamento territoriale, che ancora una volta premia il Partito Democratico e/o b) istanze politiche molto sentite nella base elettorale di riferimento, che spiegherebbe il successo di Più Europa. Male invece Azione e Forza Italia, che raccolgono, percentualmente, molte poche donazioni. Poche ma buone, si potrebbe dire, visto che i due partiti sono entrambi nel podio degli importi medi. Dirimente in questo caso potrebbe essere una leadership ancora acerba, nel primo caso, e troppo matura nel secondo.

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