A Huis Doorn, la corte (nederlandese) di Guglielmo II

7 Marzo 2023

Da Utrecht si arriva alla casa di Guglielmo II di Doorn in autobus. Situata a pochi passi dal centro storico del piccolo villaggio nederlandese, la dimora del Kaiser poggia su di un isolotto circondato da un fossato e un grande prato. Si tratta della tipica villetta aristocratica dei Paesi Bassi, con le persiane e i mattoni tra il rosso e marrone, le pareti color crema e il tetto grigio scuro. La prima sala che si visita dopo la biglietteria è la cucina. L’ascensore AEG del cibo fu il primo costruito nel paese proprio per il Kaiser per trasportare le pietanze fino alla sala da pranzo al primo piano. C’è anche un forno moderno, con le stoviglie e le attrezzature tipiche di una cucina di primo Novecento. Pentole in rame, fornelli e catini per l’acqua. Qui cucinavo due cuochi tedeschi, ma nell’intero complesso lavoravano anche alcuni abitanti di Doorn.

Nei Paesi Bassi, Guglielmo II risiedette dal 1920 al 1941. Trattava bene la servitù, spiega la guida. Le sue giornate erano abbastanza monotone: lavorava in giardino, passeggiava con il cane, studiava archeologia e storia, scriveva le sue memorie. La Huis è originale del quattordicesimo secolo e fu restaurata nel diciottesimo. Tre piani, dodici stanze. Domina il barocco; un richiamo al glorioso passato degli Hohenzollern, di cui il Kaiser era discendente e cultore. Guglielmo II è stato il terzo e ultimo imperatore tedesco, nonché il nono ed ultimo re di Prussia. Fu il principale fautore del riarmo della Germania e del suo atteggiamento incrementalmente aggressivo nei confronti di Francia, Gran Bretagna e Russia. Autoritario e militarista, si considerò sempre un sovrano assoluto per diritto divino anche dopo la rovinosa sconfitta dell’Impero tedesco in seguito alla Prima Guerra Mondiale.

Cugino di Giorgio V, era nato a Berlino nel 1859 da Federico III di Prussia – di matrice liberale, sovrano per soli tre mesi. Il parto traumatico della madre danneggiò il braccio sinistro di Guglielmo II. Nonostante questo, il Kaiser imparò ad andare a cavallo e a sparare. Di formazione conservatrice e calvinista, frequentò il ginnasio a Kassel e l’università di Bonn. Poi andò a Parigi e in Gran Bretagna. Accedette al trono il 15 giugno 1888 e subito si scontrò con il cancelliere e garante dell’ordine europeo del tempo, Otto von Bismarck, di cui in seguito avrebbe scelleratamente smantellato l’apparato diplomatico. Le dimissioni del cancelliere di ferro inaugurarono definitivamente il regno di Guglielmo, nonché un nuovo ordine europeo che segnava la cesura con la Belle époque. Gli anni Novanta furono quelli delle avventure coloniali e della crescente militarizzazione, concordata e condivisa dal cancelliere Bernhard von Bülow e dall’ammiraglio Alfred von Tirpitz.

Il riarmo tedesco allarmò la Gran Bretagna, la prima potenza navale mondiale, il che determinò un avvicinamento di Londra a Parigi in funzione antitedesca. Con la firma dell’entente cordiale, le due democrazie prevedevano che il Marocco sarebbe stato di influenza francese. Nel marzo 1905 Guglielmo II sbarcò dimostrativamente a Tangeri e si accreditò come interprete dell’indipendentismo e dello spirito patriottico nel paese sull’Atlantico. La postura sempre più assertiva della Germania guglielmina era una risposta ad una paura storica del Paese: l’accerchiamento a Oriente e a Occidente. Fallito il tentativo di alleanza con la Russia, il Kaiser e la sua Germania si isolarono sempre di più. Al momento della crisi di luglio del 1914, il sovrano era a Kiel in vacanza e Tirpitz in Engadina. Il Kaiser non credeva che la Russia sarebbe entrata in guerra; continuò come se nulla fosse l’estate con una crociera in Norvegia.

Guglielmo II condivise l’ultimatum di Vienna nei confronti di Belgrado. Entrata nel conflitto ed invaso il Belgio, la Germania contribuì all’allargamento della guerra. Paul von Hindenburg, capo di Stato maggiore, e il suo vice, Erich Ludendorff, procedettero con una guerra sottomarina indiscriminata – il che contribuì a coinvolgere nel 1917 gli Stati Uniti. Rifugiato il 29 ottobre 1918 a Spa in Belgio, dopo aver firmato la resa, Guglielmo II venne ospitato dai Paesi Bassi, rimasti neutrali nella Grande Guerra. La rivoluzione di novembre vide la trasformazione statuale da monarchia costituzionale a repubblica parlamentare. Fu il Reichstag a chiedere l’abdicazione del Kaiser. Dopo gli scioperi navali di Kiel, tutta la Germania fu travolta da ribellioni. Nuovo cancelliere, Friedrich Ebert. Il 15 novembre 1918, Guglielmo II arrivò al castello di Amerongen, a pochi chilometri da Doorn. Qui firmò la rinuncia alla corona, l’unica condizione posta dal governo olandese per l’ospitalità al Kaiser.

Nella primavera del 1919 l’ex Kaiser comprò la Huis Doorn, dove si stabilì nel maggio 1920. La Repubblica tedesca gli consentì di portare tutti i suoi averi: sessantaquattro carrozze di treni portarono nei Paesi Bassi libri, argento, porcellane e mobili dai palazzi reali di Potsdam e di Berlino, per un totale di oltre trentamila oggetti. Il riflesso di un’opulenza materiale che si incontra in tutta l’abitazione. Il primo piano ospita gli oggetti legati alle attività esterne di Guglielmo II. Il Kaiser amava tagliare gli alberi. Esposti anche un paio di stivali alti, un’ascia, una sega, un cappello, un maglione. Più che una residenza, la villa pare un museo. All’ingresso, poco sopra l’aia, due grandi quadri di nobili olandesi ricordano l’ascendenza nederlandese di Guglielmo II. Orologi d’oro e lampadari di cristallo agghindati con l’aquila imperiale. La presenza di Federico II di Prussia, Federico il Grande, è imponente.

Il suo discendente lo ammirava molto. Nella seconda sala un grande ritratto del terzo re di Prussia è posto sopra il camino. La stanza è tappezzata con quadri e vetrinette, fotografie e ritratti, monili e cristalli, statuine e ceramiche. Anche un piccolo busto di Voltaire, amico di Federico II. Il salotto principale ospita diversi arazzi, un candelabro in porcellana, due divani. Poi la sala da pranzo, con due ritratti del Kaiser in “versione olandese”, ovvero con la barbetta a punta, in onore del luogo che lo ospitava. Lo “Speisenaufzug” è collegato alle cucine dalla saletta attigua per la preparazione delle pietanze. Una stanza circolare, situata nella torretta dell’ala ovest, conserva i vestiti di cerimonia del Kaiser. Il baton, l’elmetto prussiano, i guanti, la spada. Al secondo piano c’è il “Reiseschrank”, un armadio con maniglie, che permetteva il trasporto degli abiti durante i viaggi.

Poi le “Ruhezimmer”, simili a camere da letto, ma in realtà studi dove Guglielmo II scriveva e riposava. Il vero e proprio ufficio ospita una sella di cavallo che il Kaiser usava come sedia. Al tavolino sbrigava essenzialmente la corrispondenza. L’ufficio-museo è ricco di oggettistica antica: ancora libri, ritratti, statuine, le foto dei genitori, dei bronzi, i busti. La stanza da letto è semplice, con riproduzioni bibliche alle pareti e una foto dei tre Kaiser: Guglielmo II, il padre Federico e il nonno Guglielmo I. Lo specchio di fronte al letto è veneziano. Anche nella “Badezimmer”, appoggiato sul comò, c’è un ritratto del Kaiser. Il gabinetto è all’interno di un’enorme struttura di legno scuro ed è di provenienza inglese. Nell’ultima stanza, un salottino con i libri – tra cui i discorsi del Kaiser stesso, di Woodrow Wilson, Mark Twain e Wolfgang Goethe.

Il giardino della Huis Doorn ospita anche il pavillion – già sede del garage. Qui c’è la mostra “Between two fires” sul ruolo dei Paesi Bassi nella Grande Guerra. Sin dall’agosto 1914 duecentomila soldati nederlandesi rimasero in standby per quattro anni. Durante la guerra, alcuni aerei inglesi bombarderemo accidentalmente Goes e Middelburg, mentre la guerra sottomarina della Germania ostacolava il commercio olandese con la Gran Bretagna. Dopo la guerra un milione di civili arrivò dal Belgio nei Paesi Bassi. Dalla sua villetta in esilio, Guglielmo II disse che non sarebbe ritornato in Germania fino a che non fosse stata restaurata la monarchia e difatti non tornò mai e morì il 4 giugno 1941 a Doorn. Avvolta nella bandiera imperiale tedesca, la salma è tutt’ora custodita nel mausoleo vicino alla villa. Per anni è stato luogo di pellegrinaggio dei monarchici tedeschi, anche ai tempi del Nazionalsocialismo, verso cui inizialmente Guglielmo II simpatizzò.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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