Il calcio è strano. Negli ultimi anni si è parlato molto di Atalanta, per la prima volta nella sua storia probabilmente. Ma non si è mai parlato tanto di Gasperini come nelle ultime settimane. Il motivo? Una lite degenerata con capitano dei nerazzurri, Papu Gomez, che è sfociata prima nell’esclusione dalla lista di convocati per la partita contro l’Udinese e, in seguito, addirittura dall’esclusione dal progetto. Ma andiamo con ordine.
Il gioco più bello d’Italia
Il gioco che abbiamo visto produrre dall’Atalanta è senza dubbio il più bello dell’ultimo decennio in Italia. Il modulo preferito dal Gasp è il 3-4-2-1, ma di fondamentale ci sono solo la difesa a 3 e la predisposizione dei giocatori al 1vs1. Infatti, da quando è arrivato a Bergamo ha usato per lunghi periodi anche il 3-5-2, il 3-4-3 e il 3-4-1-2.
In fase di costruzione ai difensori centrali sono richieste abilità di palleggio e capacità di inserimento, i centrocampisti centrali, invece, raramente mantengono la propria posizione e svariano su tutto il fronte offensivo, dando spesso manforte ai trequartisti. Gli esterni devono essere in grado di puntare l’uomo e inserirsi nelle maglie della difesa avversaria, per arrivare sul fondo e crossare. Le punte devono dare profondità alla squadra, vengono usate come perno nelle ripartenze e sovente sono state rifinitrici del gioco, dettando anche l’ultimo passaggio. Spesso il ritmo è esaltante e forsennato, caratterizzato da giocate di prima e dribbling improvvisi. Non a caso, durante la scorsa stagione l’Atalanta ha segnato ben 98 gol in campionato.
Un gioco così propositivo e spumeggiante richiede grandi sforzi in fase di copertura, visto che non sono poche le occasioni subite, soprattutto in contropiede. Gasperini, inoltre, ha “rilanciato la moda” della marcatura a uomo, non solo in situazione di gioco da fermo. Così come le punte pressano i difensori centrali avversari in fase di costruzione, anche i difensori atalantini rimangono incollati agli attaccanti.
Nella storia dell’Atalanta
Questo tipo di gioco, preparato da allenamenti massacranti, ha garantito agli orobici di frantumare ogni tipo di record interno. Durante la gestione di Gasperini è stata riscritta la storia dell’Atalanta. Record di punti, record di vittorie, maggior numero di reti segnate, minor numero di reti subite, maggior numero di gare consecutive vinte, miglior piazzamento in Serie A per due stagioni consecutive e prima partecipazione alla Champions League.
Senza contare il prestigio meritato sul campo. In Italia ha battuto tutte le grandi squadre, ma anche in Europa, dove ha sfiorato le semifinali il primo anno perdendo con il PSG al 92′, può vantare vittorie illustri ad Anfield contro il Liverpool o alla Johan Cruijff Arena contro l’Ajax.
Il Gasp si è meritato addirittura l’elogio di Guardiola, l’allenatore più rivoluzionario dell’ultimo decennio. L’allenatore del Manchester City ha dichiarato nel 2019: “Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Barcellona. Fare quello che ha fatto l’anno scorso, e che sta continuando a fare quest’anno, è incredibile, è come vincere un campionato. Veder giocare l’Atalanta è una gioia: è una squadra coraggiosa, che sa prendersi dei rischi”.
Gasperini prima di Bergamo
Gasperini ha iniziato ad allenare nel settore giovanile della Juventus nel 1993, nel 2003 è diventato allenatore del Crotone con cui è riuscito a ottenere la promozione in Serie B al primo tentativo. Nell’estate 2006 è diventato allenatore del Genoa che riporta in Serie A, guadagnandosi la Panchina d’argento. Nel 2007-2008 ha sfiorato addirittura la qualificazione in Champions. É tornato a Genova dal 2013 al 2016, garantendo ottimi piazzamenti al Grifone. É da ricordare che Preziosi, il presidente del Genoa, ha l’abitudine di vendere mezza squadra ogni sessione di mercato, quindi i buoni risultati di quegli anni hanno un valore ancora maggiore.
Nel frattempo Gasperini ha vissuto due parentesi negative, sia all’Inter che al Palermo infatti non gli sono stati garantiti né il tempo né i giocatori necessari per vincere. Anche all’Atalanta l’inizio non è stato facile, ma puntando sui giovani e su un’identità di gioco precisa la pazienza di Percassi è stata premiata. Non è un caso che, anche quest’anno, i nuovi acquisti stiano impiegando sempre del tempo per integrarsi e far propri gli automatismi della squadra. Il Gasp è un allenatore su cui puntare nel medio-lungo periodo, la sua carriera lo dimostra ampiamente.
Nel corso degli anni il Gasp ha lanciato degli ottimi giocatori e anche qualche campione. Diego Milito, Thiago Motta, Domenico Criscito, Roberto Gagliardini, Franck Kessié, Bryan Cristante. Altri, invece, erano già noti ma sotto la sua gestione sono cresciuti molto, come Duvàn Zapata, Luis Muriel e, appunto, Alejandro Gomez, detto il Papu.
La lite con il Papu
Più di altre squadre, l’Atalanta non può permettersi privilegiati, in una prospettiva quasi organicista, ha bisogno che ogni giocatore in campo sia totalmente funzionale al gioco. Il Papu ha ormai 33 anni e, in questo inizio di stagione non facilissimo per gli orobici, ha stentato un po’. Per questo Gasperini ha deciso di spostarlo più avanti nello scacchiere, permettendogli di spendere meno energie ma limitando la sua libertà di movimento. Dopo il pareggio contro il Midtjylland, i due sono arrivati alla lite negli spogliatoi. Qualcuno dice addirittura che ci sia stato un scontro fisico.
I tentativi di ricucire da parte della società sono stati vanificati da un rabbioso post su Instagram dell’argentino, in cui criticava aspramente il modo in cui è stato trattato e annunciava la volontà di cambiare squadra.
Come sempre accade in situazioni simili, il bipolarismo diventa il protagonista stesso del dibattito. Il Papu è stato senza dubbio un grande capitano, ha dato tanto all’Atalanta sono certo che i tifosi non lo dimenticheranno. Tuttavia, è diventato un grande giocatore, meritevole addirittura della convocazione in nazionale, esclusivamente perché ha avuto la fortuna di giocare nell’Atalanta di Gasperini.
É il binomio Atalanta-Gasperini a essere vincente, molto più dei giocatori che ne hanno fatto parte. Non è un caso che diversi talenti nerazzurri abbiano stentato lontano da Bergamo. Per questo la società non ha scelta, per tutelare il proprio futuro deve preferire Gasperini. Il Re Mida da Grugliasco adottato da Bergamo.