Nuove economie della musica - Andrea Pontiroli

Di musica si può vivere anche se non si è artisti?

6 Gennaio 2023

Se sei appassionato di musica, è probabile che, durante i due anni di pandemia appena trascorsi, abbia cercato conforto nelle canzoni che ami. Come sempre, la musica ha offerto a molti un riparo dalla tempesta. Ed è pure possibile che, con tutto il tempo non riempito che avevi a disposizione, abbia scoperto dischi nuovi, o addirittura nuovi generi. E magari te ne sei pure innamorato e va benissimo così. Eppure è bastato pochissimo per ricordare a tutti quanto indispensabile sia il bisogno della musica dal vivo, l’irripetibilità della bellezza di esserci davvero a un concerto.

Durante quello appena concluso, l’anno che molti ricorderanno come quello della ripartenza dei concerti, ci siamo accorti tutti che non possiamo rinunciare all’intrattenimento, a uscire di casa, ad incontrare gente. Nessun disco live in cassetta, né tanto meno alcuna home session in diretta Facebook e Twich può reggere il confronto.

Non a caso, racconta Andrea Pontiroli in maniera persino un po’ romantica ma nondimeno profonda e rivelatrice, l’idea di scrivere questo libro è nata proprio durante quello che è stato il primo concerto organizzato dopo due lunghissimi anni di buio in Santeria, locale fondato, tra gli altri, dallo stesso Pontiroli, nonché uno dei luoghi chiave per ogni appassionato di musica dal vivo a Milano. A seguito della pandemia il settore musicale è rinato più forte di prima e, forse per la prima volta, anche le istituzioni si sono accorte della sua portata, non solo economica. Finalmente mi sento di aggiungere.

A tal proposito, si legge tra le pagine del libro che:

diversi studi a livello mondiale dimostrano come ogni euro investito in cultura generi un indotto di quasi il triplo e un aumento occupazionale superiore ad altri ambiti, perché le economie legate alla cultura e all’intrattenimento interessano più di un settore (accoglienza, trasporti, ristorazione e commercio in genere), oltre a creare un benessere sociale a lungo termine”.

La musica si riprende la scena e l’enorme business che le ruota attorno vede nuovamente profitti di rilievo: rigenerazione dei management e grande interesse per la diversificazione dei formati. Partendo da qui, Nuove economie della musica, titolo che, Andrea Pontiroli, classe ’79, ha scelto per il suo secondo libro ufficiale, si pone l’obiettivo di scattare una fotografia unica dei vari aspetti di quell’enorme e ingarbugliato mondo che è il business musicale oggi.

Un viaggio nell’imprenditoria del mondo dello spettacolo e degli eventi, una chiara e lucida analisi dei nuovi ruoli e delle nuove economie tra loro interconnesse nel mondo della musica, da sempre fenomeno globale e locale che coinvolge milioni di persone, dagli appassionati fruitori alle centinaia di ­figure professionali che a vario titolo se ne occupano.

Il futuro del live nell’era post covid e delle nuove sfide globali – Milano Music Week 2022

Prendendo in considerazione l’ultimo decennio, molto è cambiato nel settore: investito da rivoluzioni copernicane – Internet in primo luogo ma non solo -, è stato costretto a rinnovarsi, come succede in tutti i migliori ecosistemi. A partire dalla demografia di chi gestisce etichette, live e festival.

Sempre più giovani si fanno strada nelle professioni della musica, soprattutto quelle organizzative. Ciò che ne consegue, in un processo che si trova ancora oggi nel pieno del suo vigore, comporta notevoli novità che oltrepassano gli standard tradizionali, volte a rivoluzionare un intero settore. A questo si aggiungono i nuovi modi di fruizione della musica, come le piattaforme streaming, l’utilizzo degli abbonamenti, le tendenze social, i sistemi di prevendita e l’evoluzione dei club per la musica dal vivo. E poi ancora le conseguenze della pandemia, la quale, spiega Pontiroli, ha avuto un ruolo determinante nell’accelerare molti dei processi già in atto, a tal punto che quello che era sicuro e redditizio solo un anno fa, oggi è messo costantemente in dubbio.

Se è vero che il fantastico, e per alcuni indecifrabile, mondo della musica si compone di una filiera lunghissima che vieta una conoscenza profonda di ogni suo aspetto – per aver un’idea su tali dimensioni basti pensare che nel libro si citano 60 distinte professioni, ognuna con delle proprie caratteristiche univoche ma tutte connesse all’industria dello spettacolo -, Nuove economie della musica tenta, riuscendoci, di portare chiarezza almeno sulle basi di ogni argomento, offrendo una formazione analitica chiara e completa, ma lasciando al curioso lettore la possibilità di approfondire autonomamente.

L’indagine preliminare alla scrittura è durata circa sei mesi: ha incluso la lettura di libri, riviste,  articoli in lingua e report di categoria, l’ascolto di svariati podcast e soprattutto una serie di colloqui e interviste con addetti ai lavori e professionisti dello spettacolo.

Come le piattaforme distribuiscono le royalties e i diritti d’autore agli artisti? Come funzionano sponsorship e partnership? E i diritti di prevendita che tutti noi paghiamo ogni volta che acquistiamo un biglietto per qualsiasi spettacolo di intrattenimento? Come è cambiata l’attenzione del pubblico e, conseguentemente, quale è stata l’evoluzione che da qualche anno a questa parte ha trasformato sensibilmente la struttura di club e locali (e dunque, pure delle loro economie)?

Leggendo Nuove economie della musica, ogni entusiasta fruitore di musica troverà la spiegazione a tantissime di quelle cose che si è sempre chiesto, avvicinandosi a comprendere più a fondo quello che da fuori appare come un lavoro “sommerso e appannato”, ma ambito da tantissimi. Al tempo stesso però, il libro si rivela a molto più ampio spettro, utilissimo anche a chi in questo mondo ci lavora da un bel po’.

Non stupisce, ma sicuramente è nota di rilievo, l’estrema chiarezza che percorre le oltre 160 pagine del libro. Chiarezza che consente di comprendere i ruoli e meccanismi di produzione e promozione sia in ambito major che indipendente, senza demonizzare il primo o mitizzare il secondo, semplicemente descrivendo come funzionano le cose in realtà di proporzioni differenti. Tale grado di chiarezza, oltre che dall’esperienza sul campo vissuta in prima persona dal fondatore del Circolo Magnolia e attuale amministratore delegato di Santeria S.p.A., la si deve anche al prezioso contributo di alcuni dei più autorevoli esperti di settore, intervistati e interrogati su precise tematiche. Hanno infatti partecipato alla stesura del libro vari interpreti e responsabili delle principali etichette discografiche (Virgin Music, Universal Music Italia, Ricordi Italia, La Tempesta Dischi, Sony Music Italy), nonché di modelli innovativi di prevendita come DICE.FM.

Visto dall’esterno il mondo dello spettacolo appare abbastanza semplice e lineare, ma la lettura di questo prezioso manuale modificherà il pensiero di molti: la realtà è che ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione e avere una conoscenza ampia e precisa di come funzionano le cose nei vari sottocontenitori può fare la differenza. Quello dell’intrattenimento non è un ambiente fatto di sezioni a compartimenti standard: se esiste un grande segreto per fare business nella musica, argomenta sul finale Pontiroli, che nel mondo dell’organizzazione di eventi ci lavora dal lontano 2003, quello è la conoscenza approfondita del mercato di settore.

Con queste premesse Nuove economie della musica traccia linee molto precise e pone l’attenzione su tutte quelle dinamiche nuove legate al mondo dell’intrattenimento, che coinvolgono tanto le economie pure e dirette quanto quelle indotte. Trovo per questo molto congrua la descrizione che ne fa Tommaso Colliva, a conclusione della sua introduzione al testo:

un libro sicuramente da avere in tasca prima di intraprendere un lungo viaggio.

Un volume che vuole rendere onore a un intero settore, spiegandone al tempo stesso i meccanismi meno immediati, per facilitare l’approdo di nuove generazioni alle decine di professioni che lo costellano e pure per tentar di rispondere alla domanda che dà il titolo a queste righe di approfondimento. È un libro, questo, scritto con un taglio tecnico e divulgativo, senza però mai sfociare in un’eccessiva complessità accessibile a soli addetti ai lavori. Non un manuale d’istruzioni che elenca le ricette che funzionano, ma un atlante che dice dove sono le cose in questo incasinato ma spettacolare universo-musica.

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