Da famigliearcobaleno.org

Famiglie omogenitoriali sotto attacco: Dove sono finiti VIP e influencer che si scrivevano “DDL ZAN” sulla mano?

22 Giugno 2023

Negli ultimi mesi è diventato chiaro un meccanismo: il governo guidato da Giorgia Meloni non potrà essere sovranista e anti-UE come aveva promesso in campagna elettorale e dovrà rimandare o ridimensionare alcune promesse fantasmagoriche come la flat tax, dunque rimane un solo terreno di scontro molto identitario su cui sfogare le proprie pulsioni conservatrici e reazionarie: quello dei diritti umani e delle libertà individuali.

Fatta l’inutile normativa anti-rave e approvato il cosiddetto “decreto Cutro” – con cui si rendono più tortuosi i soccorsi delle ONG nel Mar Mediterraneo, togliendo al contempo risorse fondamentali per l’accoglienza e l’integrazione – da qualche mese la nuova ossessione, il nemico pubblico numero uno, l’allarme sociale che attanaglia deputati e senatori è rappresentato dalle famiglie omogenitoriali, ovvero quelle formate da due genitori dello stesso sesso, altresì note come famiglie arcobaleno.

Il primo fronte su cui si sta sviluppando questa persecuzione è il cosiddetto “reato universale” di gestazione per altri. Approvata in Commissione Giustizia, la discussione del provvedimento è arrivata in Aula alla Camera dei Deputati: vedremo quale sarà la forma definitiva di questo provvedimento che, a prescindere dalla opinione personale sulla gestazione per altri (chi scrive è assolutamente a favore di una normativa sul modello canadese), resta una vera e propria porcata giuridica.

Una legge con cui si andrebbero a perseguire cittadine e cittadini italiani per aver fatto ricorso ad una pratica di procreazione assistita perfettamente legale, a varie condizioni, in altri Paesi. Una legge inutile, poiché già da tempo la gestazione per altri in Italia è illegale, che però è riuscita nell’intento di spaccare le opposizioni: diversi esponenti del fu Terzo Polo, a partire da Renzi e Calenda, passando per Carfagna e Bonetti, così alcuni esponenti del PD, come il sindaco di Bergamo Gori e l’ispiratore del governo PD-M5S Goffredo Bettini, hanno ribadito a vario titolo la propria contrarietà alla GPA a suon di tweet e firme di petizioni.

Messo da parte l’iter di questo grottesco reato universale, che ha diversi profili di dubbia costituzionalità e ancor più dubbia applicabilità, c’è un secondo fronte persecutorio nei confronti delle famiglie arcobaleno che, purtroppo, appare molto più concreto e attuale.

Pochi mesi fa, tra gennaio e marzo, è iniziato un valzer di circolari su iniziativa del Ministro dell’Interno Piantedosi: un’iniziativa volta a bloccare la trascrizione degli atti di nascita di bambini nati all’estero da genitori dello stesso sesso puntando sull’attuale vuoto normativo in Italia e sulla sentenza del 30 dicembre 2022 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Questo approccio, venduto come solidissimo e razionale, ignora bellamente il quadro assai più articolato della giurisprudenza italiana ed europea sul tema e soprattutto la sentenza 33/2021 con cui la Corte Costituzionale ha sollecitato il legislatore, evidentemente senza successo, a colmare proprio il vuoto normativo che oggi pone i figli delle coppie omogenitoriali in una condizione di inferiorità e incertezza giuridica rispetto alle tutele che hanno i figli delle altre coppie.

L’approccio persecutorio nei confronti delle famiglie omogenitoriali è passato più di recente dalle circolari ai fatti: la Procura di Padova ha impugnato ben 33 atti di nascita, dal 2017 in avanti, di figli di coppie omogenitoriali formate da due madri. In questa escalation vanno segnalati due aspetti: da un lato la pretestuosità dello “spauracchio GPA”, agitato spesso contro le coppie formate da due uomini, poiché risulta che le coppie colpite a Padova siano tutte formate da donne che hanno fatto ricorso, anche in questo caso nella piena legalità, ad altre tecniche di procreazione assistita. Dall’altro va segnalata la preoccupante “retroattività” fino al 2017, approccio che in qualche modo scavalca persino le indicazioni date da Piantedosi a gennaio 2023 sulla base di una sentenza della Cassazione di dicembre 2022.

Nei prossimi giorni avremo sicuramente più dettagli e l’auspicio di chi scrive è che le famiglie colpite, con bambini privati di un genitore e di un cognome da un lato e con genitori de facto cancellati dalla vita dei propri figli dall’altro, possano trovare tutela per via giudiziaria.

Fatta questa premessa, sintetica e assolutamente non esaustiva, arrivo alla domanda che mi faccio da diversi mesi: che fine hanno fatto tutti quegli influencer e quei personaggi famosi che qualche anno fa sostenevano con forza l’approvazione del ddl Zan?

All’epoca si discuteva di una legge, approvata alla Camera e “caduta” al Senato, contro omofobia, bifobia e transfobia. Certamente la fase acuta della pandemia aveva portato le persone a passare più tempo sui social, certamente lo schierarsi a favore del provvedimento anche di alcuni magazine aveva dato più visibilità al tema e alla legge, ma come mai oggi quegli stessi nomi forti dell’influencer marketing, dell’editoria, della moda, dello spettacolo, del cinema e della musica sembrano ben più timidi su questo tema?

Non si rendono conto della gravità di questo clima persecutorio contro le famiglie omogenitoriali? Non è evidente a tutti come ci sia sempre una matrice discriminatoria alla base dei proclami della Ministra Roccella contro le famiglie formate da persone dello stesso sesso? Non si capisce che questa caccia alle streghe avrà come prime vittime i bambini delle famiglie arcobaleno? 

Da quando è giunta la notizia di ciò che è avvenuto a Padova, che coinvolge 33 famiglie quindi 66 genitori e almeno 33 figli, le reazioni di personaggi famosi sul tema le ho contate sulle dita di una mano. Chiaramente è un fatto avvenuto nelle ultime ore e quindi ci può stare che l’indignazione stia ancora “lievitando”.

Ma gli attacchi da parte di governo e maggioranza contro le famiglie omogenitoriali, con il Vicepresidente della Camera dei Deputati Rampelli arrivato a dire persino che “le coppie gay spacciano per figli bambini avuti con la maternità surrogata” risalgono almeno a metà marzo (ma c’erano anche prima). Possibile che tre mesi non siano sufficienti per maturare una riflessione sul tema?

Non si chiede certo un position paper sulla gestazione per altri e sulle altre tecniche di procreazione assistita, né di discettare sulla differenza fra trascrizione di un atto di nascita con i nomi di entrambi i genitori o procedure emergenziali e parziali come l’adozione in casi speciali. Vi si chiede chiarezza: siete dalla parte delle famiglie omogenitoriali oppure no? Siete dalla parte dei bambini nati e cresciuti in queste famiglie oppure no?

Non voglio fare una classifica di priorità tra sostegno ad una legge contro i crimini d’odio e il sostegno alle famiglie omogenitoriali, ma ribadire un concetto molto semplice: se nel 2021 avete trovato tempo e modo di scattarvi una foto per ribadire il vostro sostegno a quella proposta di legge contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia oggi abbiamo bisogno di sapere da che parte state su questa battaglia, che assume contorni diversi poiché il tema “tecnico” è differente, ma che ha sempre a che fare con l’avanzamento dei diritti civili nel nostro Paese e con la lotta alle discriminazioni.

La comunità LGBTQI+ italiana continuerà a lottare nelle aule dei tribunali, a manifestare nelle strade e ad incalzare i partiti politici a prescindere dal numero di personaggi famosi che pubblicamente sposeranno la nostra causa, voglio che questo sia ben chiaro. Ma chi ha un certo seguito, una certa audience, un certo potere su determinate piattaforme parli ora o abbia la decenza di non bussare alla nostra porta in futuro.

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