Abbiamo conosciuto Jannik Sinner nel 2019, quando a sopresa si impose alle NextGen ATP Finals risultando il più giovane nell’albo d’oro. Tutti erano rimasti impressionati dagli sprazzi di talento che si erano intravisti e già era partito il fastidioso tormentone che lo voleva paragonare ad altri campioni del tennis, italiani e non. Ma, come ogni talento veramente cristallino, Sinner non è il “nuovo qualcun altro”. É solo se stesso.
Il 14 Novembre 2020 sarà una data che probabilmente ricorderemo, perchè sabato scorso il più brillante talento italiano si è guadagnato sul campo la prima grande vittoria. All’età di 19 anni, 2 mesi e 29 giorni, infatti, Sinner ha vinto il suo primo titolo Atp a Sofia, battendo in finale il canadese Vasek Pospisil. La Rai, consapevole di essere potenzialmente di fronte al battesimo del prossimo crack del tennis mondiale, ha deciso addirittura di stravolgere il proprio palinsesto per trasmettere live la finale sul secondo canale di rete.
La vittoria non è stata scontata nel corso del match. Durante il primo set, pur vinto da Sinner, c’è stata battaglia. Sinner è riuscito a cavarsela in diverse situazioni grazie al servizio, regalando anche qualche colpo di classe, come il passante di dritto in recupero da un lob di Pospisil durante il quinto gioco. Il secondo set, vinto dal canadese, e l’inizio del terzo hanno visto Sinner in grande difficoltà. Poi, però, è arrivata la reazione pugnace e determinata, che ha permesso a Sinner di vincere meritatamente.
Il commissario tecnico della nazionale, Corrado Barazzutti, si è sbilanciato: “Ha una capacità straordinaria di stare in campo contro qualunque avversario. Ha colpi di altissimo livello e. allo stesso tempo, grandissimi margini di miglioramento. Il futuro per lui e per la Nazionale è roseo”.
Certo, non bisogna esagerare con l’entusiasmo per la vittoria di Sofia, a cui probabilmente non avremmo dato lo stesso peso se fosse stata conseguita da altri. Tuttavia, è anche vero che non è stata una rondine a far primavera. In questo strano 2020, Sinner si era già messo in mostra a livello internazionale in diverse occasioni. Ha raggiunto gli ottavi di finale degli Indian Wells e degli Internazionali d’Italia. É arrivato addirittura ai quarti di finale a Rotterdam e al Roland Garros. Risulta anche il tennista italiano più giovane ad aver battuto tre Top Ten: Goffin n.10 a Rotterdam, Tsitsipas n.6 a Roma e Zverev n.7 a Parigi.
Insomma, la crescita è stata evidente e il primo trofeo della carriera non sembra essere un caso. Anche perchè Sinner ha dimostrato di avere una dedizione e una cultura del lavoro con pochi eguali. La sua vita è il tennis. Ascoltando e leggendo le sue interviste, che ha confessato non essere proprio entusiasta di rilasciare, traspare una consapevolezza rara in un ragazzo così giovane. Sa cosa serve fare e che tipo di impegno è necessario per vincere, non si fa sconti e punta dritto all’obiettivo. Praticamente un cavaliere teutonico.
A fine partita, non a caso, ha dichiarato: “Dedico il successo a tutti quelli che mi stanno intorno, adesso ci aspetta il lavoro più duro, allenarsi per migliorare ancora. Crescere e maturare era un obiettivo di quest’anno, sono soddisfatto del percorso ma la strada è solo all’inizio”. Sempre sul pezzo, con l’asticella sempre più in alto. Come i campioni.
La capacità di non perdere la concentrazione e tenere i piedi per terra, a questo punto, faranno la differenza. Grandi sponsor come si sono fiondati sul talento da San Candido e lo hanno messo sotto contratto. Per citare solo i più altisonanti: Rolex, Lavazza e Alfa Romeo. In un anno ha visto raddoppiare il suo seguito sui social, solo su Instagram ha 215mila follower. Dal 29 ottobre è in vendita addirittura un libro che parla dell’inizio della sua carriera, quasi un unicum. Della sua vita privata e sentimentale, grazie al cielo, non si sa nulla: se pubblicamente tutto tace, ha solo da guadagnarne.
Il tennis italiano negli ultimi tempi si è un po’ risollevato dopo anni di grandi difficoltà, in cui i giovani di belle speranze, come oggi è Sinner, sono rimasti poco più di meteore. Se resisterà all’enorme pressione di cui è stato caricato in questi mesi e continuerà a lavorare duro, potremo ammirare nella sua interezza quel talento elegante che abbiamo solo intravisto. Non vediamo l’ora.