Mushroom cloud of 'Gadget' over Trinity, seconds after detonation / United States Department of Energy / Wikimedia Commons

Il Progetto Manhattan, il capolavoro di Nolan e l’attualità della Bomba

26 Agosto 2023

Mentre il mondo guarda con apprensione agli sviluppi del conflitto russo-ucraino, sotto la Spada di Damocle della minaccia di escalation nucleare, arriva nelle sale italiane l’ultimo capolavoro del maestro Christofer Nolan, ispirato alla monumentale biografia “American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer”, scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin. Il Progetto Manhattan, i filoni principali del lungometraggio, l’attualità della Bomba.

IL PROGETTO MANHATTAN

La prima parte del lungometraggio del registra britannico è incentrata  sulla realizzazione del Progetto Manhattan. L’obiettivo principale del Progetto era sviluppare la Bomba, prima che i nazisti potessero farlo. I nazisti, infatti, erano già impegnati in un programma nucleare, e gli Stati Uniti temevano che potessero sviluppare per primi un’arma nucleare e usarla contro di loro. Il Progetto Manhattan fu condotto in diversi luoghi degli Stati Uniti, tra cui Los Alamos, nel Nuovo Messico, dove si trovava il laboratorio di ricerca principale. Qui gli scienziati lavoravano allo sviluppo della Bomba, posto all’interno di una vera e propria cittadina costruita da zero e sottoposta alla regola della “compartimentazione”, al fine di ridurre il rischio di infiltrazioni da parte di intelligence sovietica. Oltre a Los Alamos vi erano almeno altri due centri. Ad Hanford, nello Stato di Washington, si trovavano le installazioni per la produzione di plutonio, un materiale fissile necessario per costruire le bombe atomiche. A Oak Ridge, nel Tennessee, si trovavano le installazioni per la produzione di uranio arricchito, un altro materiale fissile necessario per costruire le bombe atomiche. Il Progetto Manhattan coinvolse migliaia di scienziati, tecnici e militari provenienti da tutto il mondo, tra i quali Enrico Fermi, Niels Bohr e, ovviamente, J. Robert Oppenheimer. Il 16 luglio 1945 la prima Bomba, chiamata Trinity, fu testata nel deserto del Nuovo Messico ed esplose con una potenza di 20 kilotoni, pari a circa 20.000 tonnellate di tritolo. Il Trinity Test ha rappresentato uno spartiacque nella storia del mondo. Quel giorno Oppenheimer ha irrimediabilmente aperto il vaso di Pandora della proliferazione delle armi nucleari. Non ha soltanto creato una nuova arma di distruzione di massa. Ha creato un nuovo mondo.

I TRE FILONI DELL’OPERA DI NOLAN

Non è un film sulla Seconda Guerra Mondiale. Questa semmai fa da sfondo ai tre filoni principali della pellicola, che si intrecciano e si imbrigliano in una perfetta equazione. La fisica e la meccanica quantistica (il fattore quantitativo-tecnico), l’intimità e le fragilità emotive (il fattore umano), il conflitto idealismo-pragmatismo (il fattore politico). Aggiungiamoci la visione del maestro Cristopher Nolan e l’esplosività di un Cillian Murphy in stato di grazia e il capolavoro dell’anno, se non del decennio, è ineluttabile. Partiamo dal primo filone. A prendere la scena è la genesi di Trinity, il momento centrale del film, che mette addirittura in secondo piano Hiroshima e Nagasaki. Perché Oppheaimer è il padre della Bomba, è lo scienziato, il fisico teorico visionario. Il bottone che porrà fine alla guerra sarà premuto da altri alla Casa Bianca. La Storia dell’umanità cambia clamorosamente il 16 luglio 1945, quando il moderno Prometeo ruba il fuoco agli dèi dell’Olimpo e lo dona agli uomini, andando incontro ad una angosciante punizione divina.

Oppenheimer non si pentirà mai esplicitamente della sua creazione, ma passerà tutta la vita a convivere con i suoi dilemmi-demoni etico-morali (che sono anche i nostri), con le sue fragilità, cercando risposte sulla vita e sulla morte anche oltre la scienza (perché la teoria arriva fino a un certo punto), nella Bhagavad Gita, poema epico indiano che narra la storia del principe Arjuna e della sua battaglia contro i suoi parenti. “Sono diventato Morte, il distruttore di mondi”, avrebbe detto dopo il successo del Test, citando proprio la Gita.

Il secondo filone del film è molto intimo. Nolan ci mette davanti frammenti di una personalità ricca di contraddizioni e fragilità, brillantezza e ingenuità. Oppenheimer era un genio della fisica, con un’intelligenza e una creatività fuori dal comune. Ma anche emotivamente fragile. Carismatico con spiccate doti di leadership e donnaiolo, ma anche introverso e poco amichevole. Brillante scienziato ma non amante della matematica come altri suoi colleghi. Pragmatico e idealista. Simpatizzante delle lotte comuniste ma non comunista. Convinto delle proprie idee, ma tal volta non era chiaro come la pensasse davvero. Si è mai pentito di avere dato alla luce la Bomba? No. Era contrario alla realizzazione della bomba H? Si. Provava un profondo senso di colpa? Si. Avrebbe rifatto tutto quello che ha fatto, sapendo di Hiroshima e Nagasaki? Si, anzi no. Perché le cose non sono andate come si aspettava. Non può esserci una risposta definitiva. Non ci sono buoni e cattivi in questa storia. Non può essere tutto o bianco o nero. Un algoritmo non può spiegare la complessità dell’esistenza umana, costantemente alla ricerca dell’innovazione tecnologica che porti al progresso del mondo (o alla sua distruzione). Alla ricerca di un approdo spirituale prima che intellettuale su cosa sia giusto e cosa sia meglio per vivere in pace con sé stesso prima che con gli altri suoi simili. 

Il terzo filone del film è quello politico. Opphenaimer ha pagato la sua spregiudicatezza nelle amicizie comuniste, ma soprattutto la sua grande ingenuità. Proprio l’uomo che avevo visto oltre, tra le stelle, non è riuscito a vedere cosa sarebbe accaduto dopo Trinity. Il fisico sognava una nuova era di cooperazione internazionale tra USA e URSS. Non vide arrivare la Guerra Fredda. Si illuse che semplicemente la prova della disponibilità di un’arma nucleare avrebbe posto fine in eterno a tutte le guerre, dato che queste sarebbero diventate impensabili. Oppehaimer, brillante scienziato, dilettante della geopolitica e della Ragion di Stato. Una volta fuori, il Genio non può più essere messo nella lampada. La Bomba fu usata due volte. La prima per mostrarla a tutto il mondo. La seconda per porre fine alla guerra (praticamente già vinta) con un solo colpo.

La seconda parte del lungometraggio di Nolan assume i tratti di un legal drama avvincente, ambientato in pieno maccartismo. Nel 1954, Oppenheimer viene accusato di diserzione e attività antistatunitense dal Comitato per le attività non americane della Camera dei rappresentanti. Le accuse si basano su informazioni secondo cui Oppenheimer aveva avuto legami con il Partito Comunista americano durante la Seconda guerra mondiale. Oppenheimer viene convocato a testimoniare davanti al Comitato il 19 e 20 febbraio 1954. Durante la sua testimonianza, Oppenheimer nega di aver mai fatto parte del Partito Comunista o di aver mai svolto attività antistatunitense. Tuttavia, ammette di aver avuto contatti con comunisti e di aver espresso opinioni critiche nei confronti del governo degli Stati Uniti. Il Comitato non riesce a trovare prove sufficienti per accusare Oppenheimer di tradimento. Tuttavia, conclude che Oppenheimer non è più affidabile come consulente del governo degli Stati Uniti e il presidente Dwight D. Eisenhower gli ritira le sue credenziali di sicurezza.

L’ATTUALITÀ DELLA BOMBA

Il film di Nolan arriva nelle sale proprio mentre è in corso il più importante conflitto dalla Seconda Guerra Mondiale. La Bomba è tornata con prepotenza nei nostri pensieri quotidiani a causa dell’uso improprio e spregiudicato che Vladimir Putin fa della minaccia di impiego dell’ordigno nucleare tattico. Gli ordigni nucleari tattici sono i più piccoli e hanno una potenza che va da 1 a 100 chilotoni (arrivando a livelli ben oltre a quelli di Trinity, Hiroshima e Nagasaki messe insieme). Sono progettate per essere utilizzate sul campo di battaglia per distruggere obiettivi militari o per indebolire le forze nemiche. Si differenziano dagli ordigni di teatro (con potenza che va da 100 a 1.000 chilotoni) e dagli ordigni strategici (con potenza che va da 1.000 a 100.000 chilotoni o più). Da mesi Putin minaccia l’escalation nucleare a seguito delle incursioni di droni in territorio russo. Puntualmente la linea rossa viene spostata più in là, senza dare seguito alle dichiarazioni ufficiali. Così facendo si sta a poco a poco demolendo il principio della deterrenza nucleare. Molto spesso si legge che gli Stati Uniti vogliano distruggere la Federazione Russa per tramite dell’Ucraina, in una sorta di guerra mondiale per procura. Niente di più lontano dalla realtà. Gli Stati Uniti sono i primi a non voler vedere caoslandia a Mosca, inevitabile epilogo di una sconfitta militare. E sono i primi a non vedere di buon occhio operazioni belliche entro i confini della Federazione autorizzate da Kiev. La partita che si  sta giocando si sviluppa su un filo sottilissimo. Soprattutto da quando la nuova dottrina militare russa prevede l’uso preventivo della Bomba se l’esistenza della Federazione venisse messa a rischio. Concetto ampio e fumoso. E se l’Ucraina provasse a riconquistare la Crimea? Quest’ultima dal 2014 è annessa alla Russia. Se Putin dovesse percepire il rischio di perderla per lui sarebbe debacle assoluta e potrebbe essere pronto a tutto. Washington preferirebbe evitare simili scenari. L’ideale sarebbe un congelamento del conflitto prima delle presidenziali del 2024 che dia una solida garanzia di sicurezza a Kiev. Compromesso delicatissimo, ma necessario. Perché il conflitto sta catalizzando ingenti risorse politiche, militari e finanziarie. Mentre Pechino incombe su Taiwan e avanza nello sviluppo delle sue testate nucleari (ad oggi 410). Così come l’Iran, a pochi mesi dalla realizzazione della sua Bomba. Stati Uniti e Russia restano i due più grandi detentori di testate (5.224 vs 5889), seguite da Francia (290), Regno Unito (225), Pakistan (170), India (164), Israele (90), Nord Corea (30). Tutte le principali potenze globali (piccole o grandi che siano) vogliono sedere al tavolo dove si architetta l’ordine globale. E per farlo occorre disporre dell’arsenale atomico, inevitabilmente. Anche questo fa parte del retaggio di Opphenaimer. Lui tutto questo non lo ha visto arrivare. O forse lo ha intravisto. Ma arriva un punto nella Storia in cui occorre decidere da che parte stare. Opphenaimer ha fatto la sua scelta, pagandone il prezzo per tutta la vita.

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