Seej Nguyen/Pexels
/

LOOP STATION: CHI FA DA SÈ FA PER TUTTI

Con loop station si intende uno strumento- solitamente nella forma di una pedaliera- che permette al musicista di registrare, loopare e modificare qualsiasi tipo di suono, anche grazie all’utilizzo di effetti vari. Più nello specifico si parlerà dell’utilizzo della voce unito a tale supporto.

La storia della loop station comincia con l’invenzione del grammofono, avvenuta nel 1887 e dunque della possibilità di registrare una qualsiasi traccia audio. Con questo strumento l’esecuzione unica ed estemporanea diviene ripetibile e ri-ascoltabile all’infinito. Un altro passo verso la modernità sono le registrazioni multi-traccia e a sovrimpressione, quindi poter far suonare più strumenti differenti, o diverse linee melodiche, alla stessa persona. Infine il processo giunge alla piena maturazione con l’esplosione della figura del Dj all’interno della musica elettronica.

Volendoci concentrare soltanto sullo strumento che è la voce, quest’arte trova la sua origine nel beatbox, disciplina, seppur secondaria, dell’hiphop. Questo consiste in primis nel riprodurre oralmente i suoni di tutte le componenti di una batteria o di una linea ritmica- con l’aggiunta del basso. Questa forma di espressione artistica nasce con la volontà di riprodurre le sonorità di una drum machine anche in strada o comunque senza l’utilizzo della sopracitata. È chiaro che si passa rapidamente alla riproduzione di qualsiasi strumento e qualsiasi suono.

Così siamo arrivati a capire cosa può significare uno strumento del genere, e a come possa ampliare la già grandi possibilità della voce umana. Con una risorsa del genere non solo un musicista- non senza provocazione- può fare a meno degli altri musicisti, ma persino degli altri strumenti. Sicuramente bisogna mettere in conto alcuni difetti e impossibilità tecniche (come quella di riprodurre alla perfezione qualsiasi sfumatura conferita dal materiale dello strumento). Ciò nonostante credo che con quest’arte si sia giunti alla massima espressione della varietà e versatilità vocale, e a una nuova forma di intrattenimento, con una figura a metà tra il musicista e il Dj. Partendo solo dalla propria voce si possono riprodurre o comporre interi brani, con tanto di linee ritmiche, melodiche, assoli e parti improvvisate. Con la loop station la voce diventa strumento unico ed universale.

LASCIA UN COMMENTO

Your email address will not be published.

IL CASO DI MAIO: SEMPLICE IGNORANZA

MASSIMO PERICOLO, LA MALINCONIA DELLA PROVINCIA