PILLOLE DI BEHAVIOURAL ECONOMICS (PARTE QUARTA)

2 Novembre 2020

Con la serie “Pillole di behavioural economics” vorrei provare a rendere più fruibile il concetto di economia comportamentale, una materia in crescita in diversi Paesi del mondo (soprattutto quelli anglofoni) ma che fatica a decollare nel Belpaese. Oltre a mostrarvi come è nata questa teoria economica, vorrei approfondire il concetto di politiche di nudging (o spinta gentile) e portarne quindi un esempio di applicazione in relazione ai sistemi pensionistici privati.

[Vuoi saperne di più su questo argomento? Leggi anche i miei tre articoli precedenti! 1) La nascita dell’economia comportamentale; 2) Il nudging e il paternalismo libertario; 3) I centri di ricerca sul nudging.]

PARTE QUARTA – NUDGING E PENSIONI: SAVE MORE TOMORROW

Il piano Save More Tomorrow (SMarT) ideato da Richard Thaler e Shlomo Benartzi nel 2004 rappresenta una delle politiche di nudging implementate con maggiore successo. L’idea nasce in parte dall’evidente impossibilità per gli Umani di calcolare correttamente il livello ottimo di risparmio previdenziale per poter trascorrere gli anni della pensione in tranquillità. 

COME FUNZIONANO LE PENSIONI? PERCHÉ SIAMO IRRAZIONALI?

Il funzionamento degli strumenti previdenziali dei Paesi più avanzati vede un futuro incerto e minacciato da dirompenti cambiamenti demografici, ovvero l’aumento dell’aspettativa di vita (dunque un fattore comunque positivo) e il calo del tasso di fertilità. I sistemi pensionistici a ripartizione prevedono che le pensioni di oggi sono finanziate dai contributi dei lavoratori di oggi. I cambiamenti demografici appena descritti portano quindi in riduzione il rapporto tra lavoratori e pensionati, situazione che implica un aumento dei contributi – o una riduzione dell’importo pensionistico. Queste condizioni impediscono ai pensionati di poter mantenere lo stile di vita di cui hanno goduto in età lavorativa, rendendo così poco piacevole – dal punto di vista economico – l’ultima fase della vita di una persona.

Essendo quindi non sufficiente la pensione garantita dagli enti previdenziali pubblici, i lavoratori di oggi necessitano sempre più dell’utilizzo fondi pensionistici privati che vanno ad integrare il risparmio previdenziale. Sebbene un maggiore risparmio sia auspicabile in ogni caso, vi sono due tipi di problemi che hanno a che fare con la variabile comportamentale degli Umani: (i) l’impossibilità di calcolare la giusta percentuale del proprio stipendio da destinare a fondi pensionistici (sarebbero necessari computer con software appositi); (ii) la mancanza di volontà nell’attenersi alle decisioni di risparmio nel lungo periodo.

L’architetto delle scelte può ovviare a questi problemi creando dei nudge appositi, in questo caso articolati in due parti: (i) iscrizione automatica a piani di risparmio; (ii) programmi di incremento automatico dei contributi (SMarT).

ISCRIZIONE AUTOMATICA AI PIANI DI RISPARMIO

Un lavoratore per iscriversi ad un piano di contribuzione privato deve dare la propria adesione. In gran parte dei casi, l’iscrizione è vantaggiosa sotto diversi punti di vista. Ad esempio, i contributi sono interamente deducibili, il capitale accumulato gode del differimento d’imposta e il datore di lavoro deve versare un contributo integrativo a favore del lavoratore. Di fronte a queste vantaggiose condizioni, ci si aspettava che l’adesione ai piani previdenziali sia prossima al 100%; tuttavia, negli Stati Uniti vi era circa un 30% di lavoratori che non aderiva a piani pensionistici.

Questo “attrito” dovuto all’irrazionalità del comportamento umano può essere alleviato dalle politiche di nudging. Ragionare sulle regole di default può essere utile in tal senso: Thaler e Sunstein descrivono un sistema in cui la regola di default era quella di non aderire al piano pensionistico, quindi il lavoratore doveva esplicitamente dichiararsi favorevole all’iscrizione al piano, cosa che richiede impegno e burocrazia. Il programma ideato e descritto in Nudge prevedeva l’inversione del paradigma appena descritto: il lavoratore, non appena acquistava il diritto di adesione, veniva notificato del fatto che sarebbe stato iscritto automaticamente al piano previdenziale a meno che non avesse dichiarato di non voler aderire. Negli Stati Uniti l’adozione di questa formula ha permesso di aumentare notevolmente l’adesione ai piani previdenziali, passando dal 65% al 98%.

Il problema dei piani ad adesione automatica risiede nell’insufficiente quota di contribuzione di default (solitamente 2-3%) e da scelte di investimento con rendimenti eccessivamente esigui (tipicamente l’investimento avviene in fondi monetari). Un’altra problematica che sorge è quella riguardante il mancato aumento delle percentuali di contribuzione: i lavoratori che aderiscono al piano di default poi tendono a non modificare la propria quota di risparmio; questo fa sì che il capitale accumulato per la pensione sia insufficiente. Richard Thaler e Shlomo Benartzi hanno quindi ideato il programma “Save More Tomorrow” in aggiunta all’iscrizione automatica ai piani di risparmio previdenziale proprio per rispondere alle problematiche appena mostrate.

SAVE MORE TOMORROW

Il funzionamento del programma SMarT prevede quattro ingredienti. Innanzitutto, l’invito rivolto ai partecipanti a impegnarsi preventivamente a diversi aumenti di contributi previdenziali avviene molto prima dell’incremento salariale. Successivamente, gli aumenti delle quote di contribuzione vengono strutturati in modo da coincidere con gli aumenti di stipendio. Questa sincronizzazione evita la percezione di una diminuzione dello stipendio netto a causa dell’aumento dei contributi, mantenendolo costante e mitigando l’avversione alla perdita. Mentre in precedenza l’inerzia agiva a sfavore di un aumento dei contributi previdenziali versati, in questo caso vi è la possibilità di sfruttare l’inerzia stessa – data l’automaticità degli aumenti –per far aumentare il risparmio.

In terzo luogo, l’aliquota di contribuzione può aumentare solamente fino ad un certo livello prestabilito: superata la soglia massima i lavoratori vedranno nuovamente aumentare il loro stipendio netto. Queste condizioni fanno sì che l’inerzia e lo status quo bias mantengano le persone all’interno del programma Save More Tomorrow. L’ultimo ingrediente prevede che il partecipante possa sospendere il piano in qualsiasi momento: questo fa parte degli assunti del paternalismo libertario (quali la libertà di scelta) e permette ai lavoratori di aderire più facilmente, in quanto consapevoli del fatto che potranno annullare l’iscrizione senza problemi. La partecipazione a questo programma può essere incrementata efficacemente abbinando SMarT ai piani previdenziali ad adesione automatica descritti in precedenza.

LA PRIMA IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO SMarT

Nel 1998 Thaler e Benartzi ebbero l’occasione di implementare per la prima volta – presso un’impresa di medie dimensioni – il piano Save More Tomorrow. Prima dell’intervento, i lavoratori dell’azienda avevano bassi tassi di risparmio e di adesione. Questa situazione suscitava preoccupazioni nella direzione aziendale per il fatto che i lavoratori non risparmiavano abbastanza per accumulare un capitale sufficiente per la pensione.

Per tutelare il risparmio dei propri dipendenti l’azienda decise di assumere un consulente finanziario, che propose a coloro che accettarono il colloquio dei tassi di risparmio personalizzati in base al capitale accumulato desiderato per la pensione. Tendenzialmente i lavoratori si mostravano riluttanti nell’incrementare eccessivamente il loro saggio di risparmio; dunque, venne proposto dal consulente un saggio crescente ma con un limite massimo del 5%. Nonostante questa condizionalità, dei 286 dipendenti che incontrarono il consulente solo 79 (il 28%) erano disposti ad accettare il piano consigliato.

Ai partecipanti che rifiutarono il piano offerto dal consulente (ben 207), venne proposto il programma SMarT strutturato in modo da avere un aumento del saggio di risparmio del 3%, sincronizzato e in ugual misura con l’aumento dello stipendio (il tutto avvenne a circa tre mesi dall’aumento salariale successivo). L’adesione al piano fu sorprendente: ben 162 dipendenti (il 78%) accettarono la proposta e l’80% dei partecipanti decise di non interrompere il piano SMarT. In aggiunta, i lavoratori che decisero di sospendere il piano non fecero nulla per diminuire i tassi di risparmio, che rimasero quindi invariati; questo permise comunque ai dipendenti di accumulare un capitale superiore a quello proposto dal consulente finanziario. 

L’impatto di SMarT sulle variazioni dei tassi di risparmio fu molto positivo. Attraverso la proposta del consulente i tassi passarono da una media del 4.4% al 9.1%, salvo poi scendere fino all’8.8% dopo il quarto aumento di stipendio. I lavoratori che invece accettarono SMarT perché non disposti ad accogliere la proposta del consulente finanziario partivano (comprensibilmente) da un saggio di risparmio ancora inferiore, ovvero il 3.5%. Grazie alla sincronizzazione con gli aumenti delle paghe, il tasso di risparmio dei lavoratori più avversi arrivò al 13.6% dopo il quarto aumento di stipendio.

Questo risultato mostra come l’economia comportamentale possa essere cruciale ed efficace se integrata correttamente nell’architettura di politiche pubbliche e private; i comportamenti degli Umani presentano dei bias cognitivi – dei quali gli Umani stessi sono inconsapevoli – che possono essere arginati da architetti delle scelte che implementano nudge benevoli.

Oggi il piano SMarT combinato con la formula dell’iscrizione automatica è sempre più diffuso (anche se talvolta il piano ideato da Thaler e Benartzi viene sostituito da una più blanda “scala automatica”, che scollega quantitativamente il tasso di risparmio dall’aumento dello stipendio). Secondo le ultime stime, gli americani che stanno beneficiando del programma Save More Tomorrow sono ben 15’472’080. 

Grazie al Pension Protection Act – legge approvata nel 2006 che incentiva gli imprenditori ad attivare questi piani – si stima che nel 2011 il 56% dei datori di lavoro adottava l’adesione automatica e il 51% proponeva anche SMarT (o la scala automatica). Piani pensionistici di questo tipo vengono applicati con successo in Paesi come il Regno Unito, l’Australia e la Nuova Zelanda.

Alvise Pedrotti

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