Marco Oriolesi/Unsplash

TAGLIO DEI PARLAMENTARI SI, MES NO. L’IPOCRISIA PENTASTELLATA

23 Ottobre 2020

L’enfant prodige della politica italiana (sic!) Luigi Di Maio attraverso un post su Facebook spiega ai suoi followers il perché l’Italia non accederà ai fondi del MES: “il risparmio è soltanto di 300 milioni”. Nel suo ragionamento Di Maio sostiene l’inutilità di chiedere il MES all’Unione europea per il nostro paese. I titoli di stato italiani risultano essere più convenienti rispetto alla linea di credito del Fondo Salva Stati, e comunque, anche se non lo sono, il risparmio è inconsistente. Continua ancora Di Maio, non avrebbe senso accettare i soldi europei se poi ti ritrovi la temibile Troika in casa. Insomma, il MES cavallo di Troia della Troika. Tuttavia, come ripreso a più battute dai componenti della Commissione europea, del Consiglio e dai capi di stato ex falchi i soldi del MES non sono l’anticamera a politiche di lacrime e sangue.

Il costo della demagogia

Ad ogni modo, il discorso del nostro ministro degli esteri non è totalmente privo di verità, contrariamente a quanto spesso accade. Qualche briciolo di realtà oggettiva lo contiene. Come ad esempio il fatto che è vero che oggi i titoli di stato italiani, complici soprattutto gli acquisti da parte della BCE all’interno del programma PEPP, pagano bassi interessi quasi al pari del MES. Ma così non era in piena emergenza sanitaria primaverile. Tuttavia quei 36 miliardi, da utilizzare per le spese sanitarie e di contorno, con un risparmio su un arco temporale decennale stimato in circa 3 miliardi di euro avrebbero certamente aiutato a prendere di petto la seconda ondata. E, invece, oggi siamo qui a subirla come a Marzo.

I capitali del MES avrebbero certamente fatto comodo per il potenziamento dei trasporti pubblici, dove il contagio viaggia oggi veloce. O del sistema sanitario, magari, attribuendo un ruolo nella gestione dell’epidemia ai medici di base o assumendo personale medico per velocizzare il processo di track & trace. Ancora, parte di quei 36 miliardi a tassi prossimi allo zero potevano essere utilizzati per costruire centri-covid in cui isolare le persone contagiate in modo da evitare il contagio dei congiunti in attesa del risultato del tampone.

L’illogicità del pensiero di Di Maio

E potrei continuare ancora. Tuttavia, al di là delle questioni politiche, mi preme sottolineare la logica delle parole di Di Maio, che quasi mai corrisponde alla logica aristotelica. Se avessimo applicato lo stesso ragionamento adottato da Luigi da Pomigliano sul MES che ne so, quando la banda grillina elencava tra i benefici del taglio dei parlamentari un risparmio per le finanze pubbliche di 280 milioni di euro, il risultato del referendum avrebbe visto una vittoria schiacciante del NO. Infatti, soltanto un sempliciotto a secco delle più elementari nozioni di democrazia avrebbe rinunciato alla rappresentanza democratica in cambio di un caffè all’anno. Senza zucchero per giunta! E invece ha vinto il sì, forse perché anni e anni di propaganda anticasta e anti politica hanno tiltato il modo di ragionare degli italiani. La questione del MES è però un attimo diversa. Come su esposto un risparmio di circa 3 miliardi di euro in dieci anni è grasso che cola per le casse pubbliche. In confronto i 280 milioni risparmiati col taglio dei parlamentari sono bruscolini.

Ancora, come anticipato in precedenza l’accesso alla linea di credito del Fondo Salva Stati non comporta, ad oggi, l’adozione in automatico di misure di austerity per lo stato che ne fa richiesta. Ovvero, a livello europeo sembra esserci un’intesa generale sul fatto che una stretta troppo precoce sulla capacità di spesa degli stati potrebbe rappresentare un problema per la ripresa economica. I più attenti avranno avuto modo di notare che nessuno parla di patti di stabilità da rispettare, spesa pubblica da contenere o taglio del debito. Qualcuno però fa finta di non capire, o non capisce proprio per evidenti bias cognitivi.

Un virus pericoloso per la nostra nazione

La realtà delle cose ci suggerisce che il Movimento 5 Stelle è un virus pericoloso per l’Italia. Peggio del covid stesso. L’ingresso in politica di una banda di scappati di casa in cerca d’autore sta contribuendo allo sfascio del nostro paese, già versante in una situazione in bilico fra il default e la decrescita infelice. La visione dello stato e della società di questa gente affonda le sue radici nel peggior populismo e chavismo che l’Occidente ricordi. Dimenticando il fatto che l’Italia non è il Sud America. Non perché manchino le sud americane, ma perché siamo pur sempre l’ottava potenza del mondo ricca di talento, ingegno e bellezza mal sfruttati, tuttavia priva del petrolio col quale sfamare il popolo tenendolo a casa sul divano.

Abbiamo permesso all’antipolitica di governare e far danni. Come d’altronde era prevedibile. E’ giunto il momento che la politica si riprenda i suoi spazi e il suo ruolo. Altrimenti non andrà tutto bene manco per un cazzo!

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