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TRA VECCHIO E NUOVO, L’ARTE A MONACO

10 Settembre 2020

Siamo a settembre e finalmente Sasha può proseguire il suo tour dei musei europei; perché sì, sebbene non l’abbia mai specificato, il nostro osservatore non potrà permettersi delle visite lontane. Per questo giovedì la meta è la città più importante della Baviera, Monaco. In questa occasione la visita sarà di una portata maggiore delle scorse. Infatti avrà occasione di entrare nella Alte Pinakothek e nella Neue Pinakothek. Ma non è tutto, per completare la bellissima zona museale del centro città, visiterà la Pinakothek der Moderne. 3 musei per lui, 3 periodi, 3 sensazioni. Il consiglio spassionato, che è stato suggerito a Sasha, è la successione della visita. Se decidete di intraprendere questo tour a Monaco iniziate, per favore, dal museo con le opere più antiche. Non si tratta di preziosismo, non è necessario osservare le opere in successione perché “Fa figo”. Ammirare l’arte in successione cronologia porta ad apprezzare in pieno la sua evoluzione, in particolare a non “disprezzare” l’antico. Osservare una “Madonna col Bambino” del XIV e successivamente la Vergine delle Rocce, permette all’occhio di adeguarsi e comprendere i cambiamenti. Si riesce a contestualizzare più facilmente l’opera e godersela a pieno. Al contrario non avrebbe lo stesso effetto. La modernità di Leonardo “distruggerebbe” l’opera vicina e un’occhio inesperto scarterebbe l’opera più antica. Il discorso può portare a riflettere e consiglio di prestarci attenzione quando entrate in qualsiasi pinacoteca. 

Da un punto di vista pratico i 3 musei sono suddivisi in 3 periodi: rispettivamente arte dal XIV al XVIII, del XIX e del XX. Pensate che nella stessa zona potete trovare anche il museo archeologico egizio, che sfortunatamente Sasha non riuscirà a visitare nella stessa giornata. Un repentino punto a favore è stata l’organizzazione tra le strutture. Nella prima biglietteria ha comprato il ticket per tutte e 3 le strutture, con annesso uno sconto per le 2. Possono sembrare frivolezze, ma per un visitatore medio l’agevolazione economica è sempre apprezzata. Spesso questa aiuta ad avvicinarsi al museo, talvolta visto come “distante”. Dopo queste brevi riflessioni, è ora di lasciare spazio alle opere presenti e raccontare cosa ha colpito Sasha!

Die Alte Pinakothek

L’edificio è il più antico (1835) dei 3 e lo si nota dall’architettura della facciata. La scala iniziale porta all’anticamera, dove un portone si spalanca verso le sale. La prima è subito alla sinistra. Opera che ha subito succitato curiosità in Sasha è stata Battaglia di Alessandro e Dario ad Isso, di Albrecht Altdorfer. A prima vista può sembrare un quadro di difficile lettura. L’aggettivo “Pieno” è più che calzante. L’opera racconta uno dei momenti più alti dell’occidente, quando Alessandro Magno sconfisse il generale persiano. Tuttavia l’ambientazione non è in medio-oriente, ma vediamo un paesaggio locale. I castelli, il lago e le montagne sono elementi tipicamente germanici. L’autore ha seguito una pratica tipica nella storia dell’arte, in cui si rappresenta un soggetto o un evento, ma in un contesto diverso. Degna di nota è la realizzazione miniaturistica dei “cavalieri” (anche questo un adattamento della storia) e il bellissimo cielo, tra il sole, le nuvole e un piccola luna. Come seconda opera da raccontare non si può che citare Autoritratto con pelliccia di Albrecht Dürer. “Quello sembra Gesù Cristo!” ed è assolutamente vero; era l’intento dell’autore. Non si tratta di una mossa presuntuosa e blasfema, ma una presa di coscienza sulla figura dell’artista. Siamo nel 1500 e non si trattavano più i pittori come dei “manovali”, ma appunto come artisti: una visione moderna e attuale. La posa, lo sguardo e i lunghi capelli sono tutti cristiani, come la scritta in cui l’autore si racconta dicendo di aver “creato” il quadro, non semplicemente dipinto. Ultima opera che lo ha lasciato incuriosito è Ragazzi che giocano a dadi di Bartolomé Esteban Murillo, artista che si è dedicato alla rappresentazione delle scene di genere. Questo è un esempio perfetto; la dolcezza dello sguardo del primo bambino è incredibile.

Die Neue Pinakothek

Esce così dal primo museo per dirigersi in quello nuovo. Ma non prima di aver mangiato qualche cosa, un panino al volo nella caffetteria. Anche l’edificio ha un aspetto più moderno, sebbene sia principalmente dovuto alla sua ricostruzione post guerra mondiale. La nascita di Cristo di Paul Gaugin è sicuramente una delle opere che ha maggiormente colpito Sasha. I soggetti cozzano con il classico modello cristiano; si vedono infatti delle donne Polinesiane. Una sta partorendo e rappresenta appunto la Vergine. Il gusto per il mondo esotico è tipico nella vita di Paul, il quale viaggiò moltissimo nelle Americhe. Va ricordato anche il suo soggiorno ad Arles assieme Vincent Van Gogh. Da un quadro in cui l’interesse è tutto culturale, passiamo ad un altro in cui le emozioni la predominano. In Mattino dopo una notta di tempesta di Johan Christian Dahl, gli occhi si spostano dalle forti onde sugli scogli all’immagine di un giovane disperato. Il suo cane lo guarda seduto, come a consolarlo. “Ma cos’avrà mai?” Beh Sasha, anche se l’immagine è suggestiva, un’occhiata al titolo non avrebbe fatto male. Infatti, avrebbe così probabilmente notato la nave a pezzi sullo scoglio più a sinistra, a causa della tempesta. Ultima opera curiosa anche in questo museo è Scimmie come giudici d’arte di Gabriel Cornelius Von Max. La scena ritratta lascia un sincero riso. L’autore, dai gusti stravaganti e mistici nelle rappresentazioni, aveva a casa gli stessi animali ritratti ed era un convinto darwinista: il motivo del soggetto diventa così chiaro. 

Pinakothek der Moderne

L’ultimo edifico ha l’architettura più moderna, poiché molto più recente (anni 2000). All’interno non vi sono esposte solo opere che ci aspetteremmo di trovare in una pinacoteca. Si intenda, Sasha anche qui ha trovato un buon numero di quadri, ma non solo. Si tratta infatti di un museo in cui è mostrata l’arte in tutte le sue forme. Dalle caffettiere ai divani, dagli orologi alle sedie. Soprattutto per queste ultime è dedicata un’intera parete con l’evoluzione delle sue forme. Qualsiasi amante del design impazzirebbe di fronte a queste esposizioni. “Ehi non male quella” dice Sasha. Sebbene potrebbe essere stato un commento rivolto a qualche turista in sala, lui aveva puntato a qualcosa di diverso. Era una Citroen DS, nota come “Squalo”. Un sala è dedicata alla auto storiche, per le quali l’attrattiva è tanta per il grande pubblico. Avendo voluto dedicare buona parte ad elencare la tipologia delle esposizioni voglio sottolineare solo due opere di due immensi artisti del XX secolo. Si tratta di Il pittore e la modella di Pablo Picasso e Apoteosi di Omero di Salvador Dalì. Il primo mostra la classica situazione dello studio d’artista in cui una persona stava in posa per essere raffigurata. Tuttavia, il cavalletto al centro rappresenta la separazione dei due ruoli, infatti taglia a metà la scena. La tematica dell’artista e del pittore in senso lato hanno afflitto gli ultimi anni della vita di Picasso. Per l’opera del surrealista Dalì ci sarebbe troppo da considerare. Gli elementi sono sovrabbondanti e il gusto misterico dei suoi quadri sono spesso di difficile comprensione per un’inesperto. Arte e sogni si mescolano nei suoi quadri e si contrappongono alle ricerche stilistiche a lui contemporanee. Le immagini sono infatti chiare e dettagliate; i soggetti invece sono complessi.

La giornata è stata piena e faticosa, infatti Sasha è orami distrutto. Visitare tutto questo non è da poco in 8 ore, ma lo ha lasciato appagato. Soprattutto passare dalla collezione dei quadri a raccolte differenti lo hanno aiutato. L’arte va gustata, a piccole dosi per chi non vuole sovrabbondarne. L’obiettivo è sempre e solo uno: imparare qualcosa ed essere contenti. 

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