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UN VACCINO CONTRO L’EGOISMO

28 Gennaio 2021

L’arrivo di nuovi vaccini a mRNA contro la Covid19 porta alla luce vecchie paure e deve farci riflettere sul concetto di rischi e benefici e di responsabilità civica.

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Il buio di una malattia genetica rara

Probabilmente nessuno di voi conosce la Amaurosi congenita di tipo 10 di Leber o, per brevità, LCA10. Se la conoscete, fate parte di quei 3/100’000 soggetti all’anno che la contraggono o siete un parente stretto.
La LCA10 è una malattia genetica rara che porta alla cecità dei nascituri. Per malattia genetica si intende una malattia la cui origine, è da imputarsi ad un gene o ad un gruppo di geni.
Nella LCA10 un singolo gene presente nella retina è difettoso e senza di esso non avviene la ‘foto-trasduzione’. La foto-trasduzione trasforma la luce in segnale elettrico, il quale viaggia fino al cervello dove viene interpretato come immagine.  Quindi, la foto-trasduzione è la conversione di un segnale elettrico in luminoso e viceversa, ed è esattamente quello che succede nello schermo del vostro computer o tablet. Per alcune forme di questa malattia esiste una terapia: una terapia genica nei cui dettagli non ci addentreremo in questa sede ma che consiste nel sostituire o riparare il gene difettoso tramite un vettore virale. L’abilità di alcuni virus di integrarsi nel DNA dell’ospite viene sfruttata nella terapia genica. Si, i virus possono anche essere utili e non tutti ci rovinano la vita come Sars-Cov2.

Post tenebra Luxturna

Grazie ad un farmaco rinominato in maniera evocativa Luxturna, oggi è possibile trattare e guarire alcune forme di LCA10 con risultati sorprendenti e soprattutto in una singola soluzione.
Infatti, la terapia genica ha il vantaggio di modificare il nostro gene difettoso in maniera permanente. Una singola iniezione intraoculare è sufficiente a donare la vista ai pazienti di questa singolare malattia. Parliamo di una terapia che agisce direttamente sul DNA e lo modifica in maniera irreversibile.
Vi ho parlato della Amaurosi congenita di tipo 10 di Leber ma purtroppo le malattie genetiche pediatriche sono moltissime e hanno conseguenze spesso devastanti. Tuttavia, grazie a nuove promettenti tecnologie come l’editing del genoma ottenuto grazie a Crispr-Cas9, possiamo sperare di agire su un numero sempre più grande di malattie. L’obbiettivo è quello di avere, un giorno, per ogni malattia uno strumento molecolare dedicato. Ad oggi, purtroppo, queste malattie interessano solo i pazienti, le famiglie dei pazienti e chi si prende cura di loro (ricercatori, medici, infermieri). Giustamente (?) nessuno di noi si preoccupa molto dei rischi associati alle nuove terapie geniche per il trattamento di malattie rare, ma i genitori e i parenti dei malati si. Non penso ci si possa immedesimare in un padre o una madre con un figlio gravemente malato (e farlo va oltre lo scopo di questo articolo), ma un genitore con un figlio malato o sofferente farebbe QUALSIASI cosa per alleviare il dolore del figlio, qualsiasi.  Per qualsiasi cosa intendo anche assumersi dei rischi, accettare il rischio che la terapia possa non funzionare o peggio danneggiare il proprio figlio. Perché si arriva ad accettare un rischio tale?  Perché si effettua un’analisi costi/benefici. Vedere un figlio che soffre su un piatto della bilancia e, sull’altro, una terapia nuova che può funzionare ma che nel 50% dei casi può presentare effetti collaterali.

Nuovi vaccini per la Covid19 e vecchie paure

Veniamo ora ai vaccini per la Covid19. Grazie ad uno sforzo mondiale titanico, oggi, gennaio 2021, abbiamo a disposizione i primi vaccini contro la Covid19 che i vari enti regolatori (FDA, EMA) hanno certificato essere sicuri ed efficaci. Per la prima volta verranno somministrate su larga scala tecnologie a mRNA, aprendo la strada a moltissimi scenari terapeutici per altre patologie. Se alcune persone hanno accettato volentieri l’avanzamento tecnologico, altre sono rimaste profondamente scosse e spaventate. Oltre ai classici no-vax – probabilmente contro i vaccini per principio – oggi in piazza scendono anche soggetti meno estremisti e, talvolta, membri della comunità scientifica. La paura più grande è rappresentata dagli effetti sconosciuti a lungo termine, perché per quanto riguarda gli effetti a breve e medio termine i trial di fase 3 e l’attuale somministrazione dimostrano che sono pochi e prevedibili. Nonostante sia una tecnologia relativamente nuova, possiamo assumere che gli effetti a lungo termine di questi nuovi vaccini siano paragonabili a quelli ‘classici’, quindi estremamente ridotti o assenti. Piccola parentesi semi-comica, è più probabile rimanere uccisi in un incidente stradale nel tragitto casa ospedale che a causa del vaccino stesso.

La Covid19 e il rischio asimmetrico

Se da una parte abbiamo il vaccino, dall’altra abbiamo la Covid19, quella che alcuni ancora si ostinano a chiamare ‘semplice influenza’. A oggi la Covid19 ha ucciso circa 2 milioni di persone nel mondo, ha ridotto l’economia di interi paesi in ginocchio e ha causato danni permanenti in migliaia di persone, nonostante una letalità relativamente bassa per alcune classi di età. Dopo i primi mesi di terrore nei confronti di questo nuovo virus, la maggior parte delle persone ora non lo teme più poiché statisticamente la maggior parte di noi in caso lo contraesse non avrebbe conseguenze e, in alcuni casi, nemmeno se ne accorgerebbe.
La Covid19 è una malattia estremamente contagiosa nonché asimmetrica nei rischi e nelle conseguenze e questa asimmetria emerge chiaramente tra i giovani e gli anziani: i primi sono i più danneggiati a livello di misure di contenimento rischiando relativamente poco mentre i secondi sono quelli che rischiano di più ma sono meno colpiti dalle restrizioni. Questa profonda asimmetria tra rischi e benefici crea rabbia, negazione e sfiducia. Perché devo assumermi un rischio, anche minuscolo, vaccinandomi quando se dovessi contrarre la Covid19 da giovane e sano praticamente non rischio nulla? Perché devo mettermi la mascherina e rispettare il lock-down se nella mia fascia di età muore una persona su mille?
In un’ottica prettamente egoistica e antisociale non si può negare che questo ragionamento abbia senso. Ma, fortunatamente, come notò Aristotele nel quarto secolo avanti Cristo, l’uomo è un animale sociale e deve la sua fortuna proprio al vivere in una società, quindi le valutazioni vanno fatte su almeno due piani: quello personale e quello di membro della società.
In quanto membri di una società, dobbiamo impedire in qualunque modo che il virus circoli e che infetti le fasce più deboli, come ad esempio coloro che il vaccino non potranno farlo. Dobbiamo assumerci un rischio, gli esperti assicurano minimo, vaccinandoci per proteggere chi correrebbe un rischio troppo alto se contraesse la Covid19.

Un unica specie, un unico obbiettivo

Ho aperto parlando di malattie rare che interessano poche, pochissime persone e famiglie, ma che purtroppo esistono. Queste famiglie hanno un concetto di rischi/benefici completamente diverso rispetto al nostro, a causa delle circostanze che glielo hanno imposto. Ora le circostanze ci stanno imponendo di assumerci un po’ di responsabilità verso chi con la Covid19 ha tutto da perdere. Condividiamo un po’ di quel rischio (ogni attività umana è intrinsecamente rischiosa) e vacciniamoci, anche se apparteniamo ad una classe d’età virtualmente sicura, mettiamo le mascherine e ogni volta che pensiamo ai sacrifici che siamo tenuti a fare pensiamo anche ai più deboli.
Non facciamolo per noi o per il governo, facciamolo per la società.
Oggi più che mai non dobbiamo considerarci come singoli ma come un unicum.

Siamo esseri umani e ci aiutiamo a vicenda.

3 Comments

  1. Grazie Aureliano ottimo articolo.
    Speriamo di riuscire a curare tutte le malattie anche la mia
    Avete tutto il mio sostegno,le mie preghiere,
    appena possibile mi vaccinerò, nonostante le mie allergie ad alcuni farmaci.

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