Grafica di Alberto Venturini per AlterThink

Il ritorno dei Marcos, il Brasile secondo Lula e le altre notizie indispensabili per questa settimana – con Simone Pieranni 

13 Maggio 2022

Cari ascoltatori, bentrovati! Da oggi, venerdì 13 maggio 2022, trovate la sesta puntata de La Minestra degli Esteri, il primo podcast firmato AlterThink. È disponibile su tutte le piattaforme di streaming audio, da Spreaker a Spotify passando per Apple Podcast, e vi propone una selezione variegata di tematiche quasi completamente ignorate dai nostri media questa settimana, oltreché una rassegna stampa frizzante e alternativa.

Vladimir Putin ha tenuto il tanto atteso discorso in occasione della giornata della Vittoria, il 9 maggio. In pochi minuti lo Zar è riuscito a paventare scenari folli per mano occidentale, sciorinando anche una quantità inimmaginabile di falsità storiche. Nel mentre, sul fronte ucraino l’ora si fa sempre più grave, e con il “Land Lease Act” gli USA di Biden preparano una risposta con un solo precedente alla brutale guerra del Cremlino. Tribuna libera in apertura di puntata. 

Dalla tornata elettorale nelle Filippine esce un esito inedito, ma in linea con una peculiare tradizione di potere “dinastica”. Abbiamo chiesto a un esperto di dinamiche asiatiche di analizzare per noi contesto, conseguenze e circostanze del successo di Marcos Jr., figlio del dittatore che governò l’arcipelago dal 1965 al 1986. A gentil richiesta, in questa puntata, l’editoriale di Simone Pieranni, giornalista per Chora Media, columnist dell’Espresso e fondatore dell’agenzia China Files. 

Luis Inácio Lula De Silva ritorna in grande stile e vuol riprendersi la Presidenza del Brasile. Il “suo” Partito dei Lavoratori lancia ufficialmente la sfida alla destra clerico-reazionaria dell’uscente Jaīr Bolsonaro, circondato da corrotti e con aspirazioni da crociato. Ma all’ex sindacalista, noto redentore di Putin, basterà l’annullamento di una condanna per far dimenticare le lacune provocate dalla sua amministrazione? Uno zoom. 

La crisi dei Tories, tacitata da un leader in picchiata nel gradimento interno ed esterno, è sicuramente il dato politico principale delle elezioni locali che si sono tenute la settimana scorsa. Alla disfatta catastrofica del Partito Conservatore non corrisponde però un trionfo dei Laburisti, ancora alle prese con forti difficoltà nel Nord del Paese. Questo ed altro nel nostro feuilleton di attualità internazionale.

In chiusura, parliamo di un fenomeno che forse non molti conosceranno: il voto della diaspora in Libano. 

Buon ascolto, e buon fine settimana su AlterThink! 

In questa puntata

Simone Pieranni, giornalista, già corrispondente in Cina e caporedattore del Manifesto. Specialista del mondo asiatico e fondatore dell’agenzia China Files, lavora oggi per Chora Media, ma collabora anche con Torcha e L’Espresso, di cui è editorialista.

Le segnalazioni di questa settimana

Il giorno della vittoria di Pirro. 9 maggio, una revisione di tutte le sconfitte della Russia – WProst, 9/05

Cerimonie del 9 maggio: un discorso “senza minacce”? – L’édito international de Vincent Hervouet, 10/05/2022 – Europe 1 (Europe Matin 6h30-9h)

Putin inventa dei nuovi fantasmi per la giornata della vittoria contro Putin – Adevarul 9/05/2022

Lula è un poeta. Quando sta zitto – Estado de S. Paulo 5/05/2022

Lula esalta il suo passato e invoca “ampia conciliazione” contro il “rischio totalitario” – Folha de S. Paulo 8/05/2022

Il più popolare dei Presidenti del Brasile ritorna e promette di salvare la Nazione – TIME 4/05/2022

Intervista esclusiva a Luis Inácio Lula de Silva – TIME 4/05/2022

I Tories di Boris Johnson mostrano tutti i sintomi morbosi di un regime da fin de siècle – Andrew Rawnsley, The Observer, 8/05/2022

Keir Starmer non è adatto al ruolo di Primo Ministro – Camilla Tominey, The Telegraph, 6/05/2022

A mia figlia, che voterà dall’estero – Fifi Abou Dib, L’Orient le Jour

LASCIA UN COMMENTO

Your email address will not be published.

La “vignetta di Elon Musk” non è di Elon Musk. Una storia

Mr. Morale & The Big Steppers: un intenso viaggio fra le parole di Kendrick Lamar